Ancora migliaia di giovani finiscono nel tunnel della dispersione scolastica - Tam Tam
Dispersione scolastica e povertà educativa: due emergenze che rubano il futuro a migliaia di giovani e che il governo vuole contrastare con un piano da 1,5 miliardi di euro di fondi del Pnrr, che andrà avanti fino al 2026. La prima tranche di risorse, pari a 500 milioni di euro, è stata destinata in questi giorni alle scuole, per oltre il 50% del Sud, da un decreto firmato dal ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi e sarà distribuita tra 3.198 istituti e 420mila studenti tra i 12 e i 18 anni. «Mettiamo al centro i più fragili e prendiamo per mano chi ha difficoltà nella prosecuzione del percorso di studi e rischia di lasciare precocemente la scuola», sottolinea il ministro.
In Italia, secondo gli ultimi dati Istat, 1,4 milioni di minori vive in povertà assoluta, mentre Save the children stima che «1 minore su 7 lascia prematuramente gli studi, quasi la metà dei bambini e adolescenti non ha mai letto un libro, quasi 1 su 5 non fa sport». La piaga dell’abbandono scolastico, infine, è ormai arrivata al 13,5% rispetto a una media Europea del 10,3%, ma con punte del 33% tra i giovani immigrati.
A questo primo step, fa sapere una nota del ministero dell'Istruzione, faranno seguito altre due tranche di finanziamento, la prima dedicata a favorire l’acquisizione di un diploma ai giovani, anche tra i 18-24 anni, che hanno abbandonato precocemente gli studi, mentre con la seconda saranno attivati progetti per il potenziamento delle competenze di base per superare i divari territoriali e anche alcuni progetti nazionali nelle aree più periferiche delle città e del Paese.
Ma il gruppo di lavoro, nominato dallo stesso ministro Bianchi per elaborare le indicazioni contro la dispersione scolastica, esprimendo «sorpresa e preoccupazione», avanza dubbi sui criteri adottati dal Ministero per la distribuzione dei fondi. «Il decreto, purtroppo, non corrisponde alle documentate indicazioni che abbiamo raccolto sulla base delle linee di indirizzo condivise con il ministro Bianchi», si legge in una lettera inviata al titolare dell'Istruzione, pubblicata da Tuttoscuola, firmata da Ludovico Albert, Marco Rossi-Doria, Franco Lorenzoni, Andrea Morniroli, Vanessa Pallucchi, Don Marco Pagniello e Chiara Saraceno. «Gli esperti - sintetizza Tuttoscuola - criticano il criterio della distribuzione a pioggia dei fondi, che contraddice l’azione strutturale di lungo termine richiesta dalla Ue, più attenta alla natura e alla qualità critica delle situazioni. Il gruppo di lavoro ritiene sostanzialmente che i criteri a suo tempo elaborati e condivisi dallo stesso ministro Bianchi siano stati elusi. Non è certamente una buona notizia per il ministro - chiosa Tuttoscuola - che dovrà ora decidere se ritirare il decreto prima che sia registrato dalla Corte dei Conti».