Scontro a distanza tra
Matteo Renzi e
Pierluigi Bersani. Il segretario del Pd, pur senza citare direttamente il sindaco di Firenze, ha giudicato una «stupidaggine di proporzioni cosmiche la distinzione tra giovani e adulti. Non si può pensare che un giovane per andare avanti debba scalciare e insultare. Siamo una squadra, siamo un collettivo. Poi ci saranno le persone che si fanno largo, ma da soli non si salva il mondo», ha detto Bersani intervenendo alla convention
Finalmente Sud, organizzata dal Pd a Napoli. A stretto giro, è arrivata la replica di Renzi dal palco della Stazione Leopolda di Firenze dove si svolge la tre-giorni dei "rottamatori": «Non so a chi si riferisca Bersani, io non sono un asino e non scalcio e sono abituato a camminare tranquillamente. Certo non sono abituato a fare la fila con i capicorrente e Bersani non può chiedere questo». Renzi, nel corso del suo intervento, ha criticato il Partito democratico: «Se il Pd parlasse di problemi concreti, ragionasse di proposte precise e non parlasse soltanto male di Berlusconi, se raccontasse un'idea credibile, io credo che tanti cittadini gli darebbero fiducia», ha affermato Renzi che poi ha risposto a stretto giro di posta al leader di Sel,
Nichi Vendola, che lo ha tacciato come di destra, vecchio e liberista. «Considero Renzi una persona molto interessante, molto simpatica, con una cultura politica essenzialmente di destra - ha detto Vendola -. Lo considero incapace di porre il tema della fuoriuscita dal disastro che il liberismo, in un trentennio, ha compiuto nel mondo intero e quindi mi sento molto antagonista delle ragioni di Renzi. E invece sento una sensibilità comune a quella di Pierluigi Bersani nella ricerca di quella giustizia sociale che deve essere il cuore di una politica di alternativa. Considero la
querelle generazionale inappropriata, una maschera che nasconde le cose. Renzi è molto più giovane di me e di Bersani ma è molto più vecchio culturalmente e politicamente di me e di Bersani. Renzi è vecchio quanto è vecchia la rivoluzione liberista nel mondo». Forse «è "giovane" mandare a casa il governo Prodi e levargli la fiducia come fece lui?. Nichi è stato ingeneroso», ha replicato il sindaco di Firenze, che sulle candidature alle primarie ha dichiarato: «Noi candidiamo le idee, non le persone. Io non mi candido, si candidano le idee. Poi vediamo».«Mi preoccupa - ha detto il segretario del Pd di Firenze,
Patrizio Mecacci - una eventuale candidatura di Renzi per il futuro del governo della città. Tutti dovremmo sentire di più la responsabilità di questo problema. Se Renzi si candiderà, il Pd fiorentino dovrà ragionare». Renzi «non mi appassiona, lo guardo con rispetto come sindaco, ma mi interessa molto di più ciò che accade fuori dai partiti», ha detto il sindaco di Napoli,
Luigi De Magistris.