«Il mio obiettivo è lavorare più sulle convergenze che sulle divergenze, sia nel Pd che in Parlamento. È la mia storia che me lo impone…». Edoardo Patriarca è uno dei quattro cattolici “di peso” scelti da Pier Luigi Bersani. Sarà il candidato numero 5 in Piemonte per la Camera. Ex presidente dell’Agesci, già portavoce del Terzo settore, segretario del comitato organizzatore delle Settimane sociali e consigliere del Cnel, ha accettato «con molta paura e inquietudine» la richiesta del Pd: «Enrico Letta, Franceschini e Castagnetti mi hanno convinto prospettandomi un Pd di governo, europeo e riformista. Il mio percorso si è svolto sempre, seppure con toni pensosi e problematici, nel centrosinistra».
Era la sua unica opportunità di candidatura?In realtà ho avuto un breve dialogo con gli uomini di Monti.
Il suo giudizio sui tecnici?Nell’agosto 2011 avevamo di fronte il baratro. Monti ha ridato dignità alla politica e al servizio della cosa pubblica. Il suo stile non deve essere abbandonato. Però ha fatto alcuni errori.
Quali?Gli esodati sono persone, non numeri, non prevederli mi pare assai grave. E poi ha trascurato il non profit, un mondo importante che già eredita ed erediterà pezzi sostanziosi del welfare.
Vede convergenze post–voto?Se c’è pareggio al Senato, lo auspico. Così come auspico che ci sia collaborazione piena su molti temi cruciali anche nel caso si verifichi una maggioranza chiara in entrambe le Camere.
Lei ha collaborato con Scienza&Vita per il referendum sulla legge 40. Pensa che sarà accolto bene nel Pd?Una premessa: in queste elezioni non esistono contenitori cattolici tout court. Il Pdl non è più quel finto monolite che sembrava essere. E la lista–Monti è ispirata anche da Montezemolo e presenta anche Benedetto Della Vedova, con cui ho apertamente dibattuto proprio durante la campagna referendaria.
Dunque come si porrà lei su fine–vita, unioni gay…?Spingerò il Pd ad aprire una riflessione seria e non ideologica, a partire da una antropologia positiva che mette al centro la persona, la sua dignita, il valore irrinuciabile della vita. Vorrei lavorare cercando più larghe intese possibili. Su questi temi serve uno spirito costituente.
Altri temi nella sua agenda?L’impresa. È vero che il lavoro va difeso, ma va anche generato. Il Pd può osare di più, può abbandonare la vecchia impostazione per cui chi intraprende è controparte dei lavoratori. Migliaia di imprese profit e non profit dimostrano il contrario. E poi cercherò di rimuovere molti pregiudizi sul welfare aziendale.