L’annosa vicenda delle
partecipate pubbliche è arrivata in
discussione in commissione Affari Costituzionali al Senato, dove si sta esaminando la delega alla Pubblica amministrazione.
Ecco i primi emendamenti che hanno ricevuto via libera.
Razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche, con la definizione di limiti per la costituzione di società, l'assunzione e il mantenimento di
partecipazioni societarie. È quanto prevede l'emendamento del
relatore alla delega P.A, che ha avuto l'ok della commissione Affari Costituzionali al Senato.
Possibilità di piani di rientro per
le società con bilanci in disavanzo, con eventuale
commissariamento. Lo stabilisce un emendamento, alla delega P.A,
sul riordino delle partecipazioni societarie delle pubbliche
amministrazioni, anch'esso approvato in commissione.
Il governo viene delegato a definire con precisione
il regime delle responsabilità che gravano in capo agli amministratori (come sindaci o presidenti di regione)
e ai dipendenti di società partecipate. Lo stabilisce un
emendamento del relatore alla delega P.A, che ha avuto voto favorevole
"Non partiamo da un numero, ma ci
sarà una drastica riduzione delle partecipate, andremo a vedere
che cosa fanno, i bilanci, gli indicatori di risultato, in base
a criteri di economicità ed efficienza". Così il ministro della
P.A,
Marianna Madia, parlando del riordino delle partecipazioni
societarie delle pubbliche amministrazioni al voto in commissione
Affari Costituzionali al Senato.
Anche
Confindustria si è detta favorevole. La riforma della pubblica amministrazione e in particolare il DDL Madia, "rappresentano
una condizione indispensabile per creare un ambiente favorevole
alla crescita delle imprese nazionali e all'attrazione degli
investitori esteri", ha speigato il vicepresidente di
Confindustria Gaetano Maccaferri con delega su semplificazione e
ambiente nel corso della Giunta di Confindustria.
"Mi auguro pertanto questa, per dirla con le parole di Renzi,
sia la volta buona - ha dichiarato la capogruppo di Area Popolare
(Ncd-Udc)
Nunzia De Girolamo -. Recuperiamo risorse dal ridimensionamento di questi carrozzoni e mettiamole a disposizione, ad esempio, del
comparto sicurezza".
"Sono molte le occasioni in cui il premier ha utilizzato la
decretazione d'urgenza come nel caso delle banche popolari, mi
sfugge perché - spiega ancora De Girolamo - non possiamo farlo anche
per l'abolizione delle Partecipate evitando, magari che, per
fare cassa, le uniche operazioni di privatizzazione siano la
vendita delle azioni di Eni ed Enel".