giovedì 6 giugno 2024
Nel corso di un incontro di Comunione e Liberazione su don Giussani, il Segretario di Stato Vaticano è tornato sulla «preoccupazione» espressa dalla Cei
Un momento dell'incontro con il cardinale Parolin

Un momento dell'incontro con il cardinale Parolin

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«La Conferenza episcopale italiana è la Chiesa in Italia e come ogni Chiesa del mondo anche i vescovi italiani sono liberi di esprimersi». Così, a margine di un evento di Comunione e Liberazione dedicato a don Giussani, alla pontificia università Gregoriana, il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha risposto a una domanda sulla preoccupazione espressa dalla Cei circa la riforma che introdurrebbe il premierato. Poi il porporato ha accettato di rispondere a una domanda sulle elezioni europee e il rischio di astensionismo: «Uno dei punti sui quali la Chiesa torna è quello della partecipazione - ha ricordato - che è un esercizio di democrazia. Quindi l’invito a tutti i cittadini è quello di agire responsabilmente, partecipando al voto», è stato il chiaro invito al voto del cardinale Parolin.

Il Segretario di Stato Vaticano ha parlato anche della guerra e della presenza di papa Francesco al prossimo G7 in Italia. «Sappiamo che sul tema della guerra giusta c'è una grande discussione oggi - ha ricordato Parolin -, è chiaro quello che dice il Catechismo della Chiesa cattolica che ammette la liceità della guerra giusta a determinate condizioni. Però oggi le cose sono evolute in una maniera tale e soprattutto le armi e il possesso delle armi, per cui molti mettono in dubbio che si possa parlare di guerra giusta e la discussione andrà avanti».

Non poteva mancare un riferimento alla celebrazione del D Day: «Il giorno dello sbarco ci dice soprattutto quante vittime ogni guerra produce - ha detto Parolin -, io quando penso anche a questo avvenimento dello sbarco in Normandia, quante morti ci sono state quanti giovani che hanno dedicato la loro loro vita per un ideale certamente di libertà e questo ancora di più oggi ci dice che dobbiamo rifiutare la guerra e cercare le soluzioni negoziali».

Infine, sulla presenza del Papa al G7, Parolin ha anticipato: «indubbiamente sarà una occasione di toccare gli aspetti principali dell'intelligenza artificiale cioè su queste nuove armi che diventano veramente micidiali perché non sono più guidate dall'uomo, immagino che ci sarà un accenno all'applicazione dell'intelligenza artificiale alle armi».

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