martedì 17 gennaio 2017
I 4 superstiti hanno raccontato di essere partiti con un barcone di legno con oltre 180 persone a bordo, tutte provenienti dal Corno d'Africa. Acnur: avevano diritto allo status di rifugiato
Oltre 180 morti nel naufragio in Libia
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Il bilancio dei morti nel naufragio in Libia avvenuto sabato scorso è più drammatico di quanto inizialmente temuto. Il numero delle vittime è infatti quasi il doppio: 180 persone circa - rispetto alle 100 segnalate ai soccorritori - risultano disperse. I quattro sopravvissuti (tre uomini e una donna) soccorsi dalla nave norvegese Siem Pilot e sbarcati lunedì sera a Trapani hanno infatti raccontato di essere partiti venerdì sera dalla Libia con un barcone di legno a due piani con a bordo quasi duecento migranti, tutti originari del Corno d'Africa. Fra le vittime ci sarebbero anche 71 donne, 8 bambini e un neonato.

I quattro, sopraffatti ed esausti hanno spiegato che dopo 5 ore di navigazione il motore si è rotto e la barca ha iniziato a imbarcare acqua. Col passare delle ore, la barca è affondata, trascinando in mare tutte le persone che erano a bordo.

L'ennesima tragedia del mare, la prima del 2017, che fa scattare nuovamente la drammatica conta dei migranti che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l'Europa. Secondo l'Acnur, l'agenzia Onu per i rifugiati sono già più di 2.300 i migranti arrivati in Italia dal primo gennaio. Più di 200 rifugiati e migranti sono invece morti via mare. Ma il numero potrebbe raddoppiare, secondo l'Oim, che sta appunto verificando le indicazioni fornite dai superstiti dell'ultimo naufragio sabato, nelle acque fra l'Italia e la Libia.

Tra i testimoni dell'ultima tragedia c'è anche un uomo che ha visto morire la moglie, rimasta intrappolata al centro del barcone. Ha tentato di salvarla, ma non ha potuto fare altro che assistere alla drammatica sequenza del barcone che lentamente affondava portandosi con se la donna. I pochi sopravvissuti sono rimasti ore in balia delle onde e al gelo, finchè non sono arrivati i soccorsi.

Secondo l'Acnur, i migranti, che fuggivano dal Corno d'Africa, avevano diritto allo status di rifugiato.

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