Il feretro di Giorgio Napolitano arriva a Montecitorio per le esequie laiche - Fotogramma
AIle esequie a Palazzo Montecitorio del presidente emerito Giorgio Napolitano - concluse alle 13 e 15 - il cardinale Gianfranco Ravasi ha voluto ricordare «quattro istantanee dal lungo filmato del nostro rapporto». La prima, quando il 25 aprile 1998 da ministro dell'Interno a Milano chiese a Ravasi di visitare la biblioteca ambrosiana, dove il Cardinale gli mostrò un'antica copia dell'opera di Cesare Beccaria "Dei delitti e delle pene". E ha ricordato di Napolitano «l'emozione di sfogliare una reliquia laica in un tempio di cultura ecclesiale». La seconda nel 2010, con l'inizio del rapporto con Benedetto XVI, quando Napolitano e Ravasi prepararono assieme per il nuovo Papa un'edizione del "De Europa" di Enea Piccolomini, papa Pio II, firmando un saggio e un'introduzione. E Napolitano citò l'amato Thomas Mann: «Il cristianesimo rimane una delle colonne portanti dello spirito occidentale, l'altra è la cultura mediterranea».
Il terzo fotogramma ricordato da Ravasi è stata «la grande cultura di Napolitano» e il suo amore, oltre a Mann, per Dante Alighieri. E per la musica, rivelando che «a un concerto offerto da Napolitano a Benedetto XVI, «il Papa gli confidò che di lì a pochi giorni si sarebbe ritirato dal ministero petrino». La quarta istantanea è un dialogo per il Cortile dei Gentili ad Assisi il 5 ottobre 2012, «in cui tenne una storica lezione sul rapporto tra società e religione. Soprattutto mi raccontò - ha detto il cardinale Ravasi - il momento in cui lasciò la sua pratica religiosa, ma confessò di rispondere sempre a un intimo desiderio di raccoglimento, sfuggendo all'assillo degli impegni da cui si rischia di non sollevare lo sguardo». Il Cardinale ha concluso il suo sentito intervento deponendo idealmente «un fiore di parole» sulla tomba di Napolitano (che sarà tumulato al Cimitero acattolico alla Piramide Cestia, dove riposa tra gli altri anche Antonio Gramsci), con una citazione biblica di Daniele: «I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre».
La nipote Sofia Napolitano con Gianni letta e il cardinale Gianfranco Ravasi - ANSA
Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli Affari economici e monetari, nell'orazione commemorativaha sottolineato come per Giorgio napolitano «non era un'Europa qualsiasi quella a cui si riferiva, era l'ideale progetto di un'autentica integrazione europea. Questa idea di un'Europa più unita e di una integrazione capace di renderla più forte e più giusta, questa idea più che mai attuale, è stata la bussola di Napolitano». E il Presidente emerito della Repubblica «ha vissuto con preoccupazione l'avvio dell'incremento dei flussi migratori, sollecitando un comune impegno europeo per gestirli e più avanzate politiche nazionali di inclusione e integrazione». Alo stesso modo «guardava con apprensione alla crisi ucraina, con i pericoli di escalation», pensando per il Dombass a una soluzione in qualche modo simile a quella italiana per l'Alto Adige. In anticipo sui tempi «Napolitano aveva compreso subito l'esigenza della transizione ecologica». Gentiloni ha quindi concluso: «Salutiamo un grande presidente, un simbolo della credibilità e della forza delle istituzioni della Repubblica e lo facciamo stretti a lei, presidente Mattarella, che di questa credibilità e forza è espressione. Salutiamo un grande riformista, per lui l'Europa è sempre stata la via maestra, questa via, la tua via, cercheremo di seguirla sempre».
«Davvero tarderà molto a nascere, se nascerà, un italiano con le sue qualità - ha detto poi il presidente emerito della Corte costituzionale ed ex premier, Giuliano Amato - qualità messe al servizio di una politica vissuta come il luogo fondamentale in cui interagire con gli altri. Non a caso una delle citazioni più belle nei suoi discorsi è quella di un giovane condannato a morte della Resistenza che scrive alla madre: 'Ci hanno fatto credere - scriveva - che la politica è sporcizia e lavoro da specialisti. Invece la politica e la cosa pubblica siamo noi stessi'. Napolitano lo ha insegnato a tutti noi».
Il minuto di silenzio della Camera - ANSA
Commosso l'intervento di Anna Finocchiaro alle esequie laiche di Giorgio Napolitano, in corso alla Camera. L'ex ministra, che tanto ha condiviso politicamente con il presidente emerito, ne ha ricordato il percorso politico «dal Pci al socialismo europeo», l'amore per l'Europa «seconda patria». «Pochi ricordano poi - ha sottolineato - che, sempre, farà riferimento alla questione politica del ruolo e della condizione delle donne italiane». Infine Finocchiaro ha ribadito come Napolitano abbia «speso la sua vita per l'Italia. E ad essa appartiene la sua memoria». Per Gianni Letta, ex segretario del Consiglio dei ministri, Napolitano interpretò il mandato presidenziale «non in modo notarile», ma sempre «nell'interesse del Paese e della coesione sociale». E dunque «di fronte a un lutto repubblicano non ci sono divisioni di parte. Le istituzioni vengono prima delle appartenenze politiche».
Per il figlio Giulio Napolitano il padre presidente emerito, «patriota costituzionale», ha mostrato «cos'è la nobiltà del servizio alla Repubblica», per la quale «ha combattuto buone battaglie» ma anche «sostenuto cause sbagliate». Giulio Napolitano ha anche espresso «un deferente ringraziamento al Papa per un gesto che ci ha emozionato». La nipote Sofia, trattenendo le lacrime, ha ricordato i tratti più familiari di nonno Giorgio: «Ci ha insegnato quanto siano importanti la famiglia e gli amici. Ci chiamava quando in televisione c'erano i cartoni animati, trovava il tempo per portare me e Simone a Villa Borghese a mangiare un gelato. Sempre premuroso, ascoltava i nostri problemi e le nostre preoccupazioni».
Il feretro nella sala del Governo alla camera - ANSA
Era stato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il "padrone di casa" del luogo delle esequie laiche del presidente emerito, a pronunciare il primo intervento della cerimonia, per la prima volta celebrata a Montecitorio. Fontana ha ricordato le principali tappe della biografia di Giorgio Napolitano, invitando poi l'assemblea ad un minuto di silenzio. «In Giorgio Napolitano la cultura si è fatta politica, una politica che si è fatta istituzione», ha aggiunto poi il presidente del Senato Ignazio La Russa. E ribadendo il rispetto della scelta di esequie laiche, il presidente del Senato ha concluso che «Napolitano continuerà a vivere nel ricordo degli italiani, ma anche in qualcosa più grande di noi. Ciao presidente».
La salma di Giorgio Napolitano era entrata alla Camera dei deputati alle 11 e 33 sulle note dell'Inno di Mameli, portata a spalla da otto esponenti delle Forze armate e delle Forze dell'ordine, militari e scortata dai Corazzieri. Dietro al feretro la moglie Clio, accompagnata su una sedia a rotelle, che si è collocata al centro dell'emiciclo accanto al presidente Sergip Mattarella. Ad attenderlo assieme ai presidenti di Camera e Senato, la premier Meloni, la presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra. Numerosi i capi di Stato stranieri, tra cui i presidenti francese Emanuel Macron e tedesco Frank Walter Steimeier, in rappresentanza di due paesi fondatori dell'Unione europea. Presente anche l'ex premier francese Francois Hollande e la duchessa Sophie di Edimburgo.
Il presidente Mattarella rende omaggio al feretro al suo arrivo in piazza Montecitorio - ANSA
L'auto che ha trasportato il feretro del presidente emerito Giorgio Napolitano, avvolto dal tricolore e preceduto dai Corazzieri in moto, aveva lasciato Palazzo Madama alle 11 e 15, dove era allestita la camera ardente. La Mercedes funebre è passata a Largo di Torre Argentina e piazza Venezia, per imboccare via del Corso dove ha raggiunto a piazza di Montecitorio la Camera dei deputati, dove sono state celebrate le esequie laiche, per la prima volta.
Nell'aula della Camera per la cerimonia dei funerali laici - con la salma non presente nell'aula di Montecitorio ma lasciata nella Sala del Governo - c'erano il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i familiari dell'ex capo di Stato, i presidenti di camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Presenti gli ex premier Romano Prodi, Mario Draghi, Giuseppe Conte, Mario Monti, Massimo D'Alema e gli ex presidenti della Camera Fausto Bertinotti, Gianfranco Fini, Roberto Fico, Laura Boldrini, Pierferdinando Casini, Piero Grasso, Enrico Letta. Presente anche il Nunzio in Italia, monsignor Emil Paul Tscherrig.
L'arrivo del corteo funebre a Montecitorio - ANSA
Numerosi i sindaci con fascia tricolore, tra cui quelli di Roma Robero Gualtieri, di Milano Giuseppe Sala, di Firenze Dario Nardella, di Napoli Gaetano Manfredi. L'attesa della cerimonia è stata occasione per uno scambio di saluti tra l'ex premier Mario Draghi e il cardinale Gianfranco Ravasi. Presenti il responsabile della Farnesina, Antonio Tajani e il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, quello della Difesa Crosetto.Tra gli altri anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il numero uno del Coni, Giovanni Malagò e l'ex presidente della Federcalcio, Franco Carraro