IL CASO La Giunta Appendino ha varato nei giorni scorsi il bilancio di previsione triennale 2017-2019, cercando di ottenere maggiori introiti grazie alla riduzione delle agevolazioni sulla tassa dei rifiuti per le famiglie, sui parcheggi e sugli ingressi nella Ztl. Nel documento sono previsti tagli consistenti a turismo (5,8 milioni di euro), cultura (due milioni) e personale comunale (tre milioni), con il rischio di provocare danni all’economia cittadina. Penalizzato anche il sistema educativo: Appendino ha tagliato del 25% il contributo alle scuole cattoliche della Fism e alla scuola della comunità ebraica, passando dai 3 milioni dell’anno scorso a 2 milioni e 250 mila euro. Per gli stessi istituti, il Comune intende anche cancellare l’agevolazione del 30% sulla Tari. Il bilancio è ora in Commissione. La maggioranza, ad oggi, pare intenzionata a non cedere.
«La scuola paritaria è una scuola per ricchi? È soltanto un vecchio pregiudizio: la realtà è ben diversa». Alessandra Gallo è la coordinatrice della scuola materna paritaria torinese "Generale Adriano Thaon di Revel" e anche il suo istituto (come tutti gli altri aderenti alla Fism, la Federazione italiana scuole materne) subirà il taglio del 25% dei contributi deciso dalla Giunta. Oggi ci sarà l’incontro con il sindaco Appendino e il momento è vissuto da tutti con grande apprensione. L’asilo si trova nella zona nord della città, nel quartiere multiculturale Barriera di Milano, considerato da sempre zona 'difficile' e di confine. In quel contesto, nel 1925, fu fondata la 'Casa di Misericordia di Madonna della Pace', durante i tempi duri della prima industrializzazione. Le Dame della Carità della San Vincenzo de’ Paoli si dedicavano alla cura e all’assistenza dei bambini, lasciati soli in casa dalle madri operaie, spesso abbandonate dal marito e costrette a lavorare per sopravvivere. I tempi sono cambiati, ma il quartiere è ancora 'di frontiera' e le difficoltà non sono scomparse: la scuola nel corso degli anni ha continuato il suo servizio, gestito prima dalle suore Vincenziane e Giuseppine e poi, dal 1984, dal personale laico.
La stessa dedicazione dell’istituto (a un generale che si distinse per il suo impegno civile per i bambini) vuole rimarcare il proprio impegno a favore di tutti, pur senza dimenticare le proprie radici: «Noi – spiega Gallo – svolgiamo un servizio di ispirazione cristiana senza fini di lucro a favore dei bambini e delle bambine, senza alcuna discriminazione, che abbiano i requisiti di età indicati dalla legislazione vigente per le scuole dell’infanzia. Ci impegniamo a promuovere la persona umana, favorendo nei bambini la crescita alla libertà, alla disponibilità, all’accoglienza attraverso un’opera educativa improntata all’esempio evangelico».
La scuola Thaon di Revel è una struttura multietnica a tutti gli effetti, dove l’incontro tra culture e l’inclusione sociale non sono solo una materia scolastica, ma una realtà che si vive quotidianamente nella concretezza. Su 70 alunni, oltre la metà è di origine non italiana: «Vengono da noi moltissimi bambini – aggiunge la coordinatrice – con genitori romeni e cinesi, ma anche marocchini, peruviani, moldavi, filippini e venezuelani.
L’ispirazione cristiana non è certo sentita come un problema, ma anzi un valore aggiunto. Le famiglie si rivolgono a noi perchè credono nella nostra proposta educativa, ma anche perché non hanno trovato posto negli asili pubblici». Le graduatorie di accesso alle strutture, infatti, non tengono generalmente conto della situazione economica, ma si basano soprattutto sull’impegno lavorativo delle famiglie. E se i genitori (come accade soprattutto in momenti di crisi) non hanno trovato lavori stabili o perfettamente in regola, i bambini difficilmente riescono ad avere accesso.
Naturalmente anche gli istituti paritari seguono lo stesso meccanismo, ma la lista d’attesa è breve e più facilmente si riesce a trovare posto. Per quello che riguarda la retta, poi, nella scuola Thaon di Revel non sono rari i casi in cui il servizio è di fatto gratuito, se le condizioni economiche familiari del bambino sono particolarmente difficili. Ecco perchéhttps://www.internal.avvenire.it/opinioni/Pagine/l-impegno-da-onorare il taglio dei contributi comunali preoccupa ed è vissuto come un’ingiustizia. «Sono di mia natura ottimista – conclude Alessandra Gallo – ma mi addolora soprattutto il pregiudizio verso le scuole paritarie, oggetto di una vera discriminazione. I genitori si sentono di serie B e si dicono delusi e demoralizzati. L’Amministrazione non si rende conto di precludere l’accesso alla scuola materna: viene di fatto negato un diritto ai bambini».