lunedì 17 agosto 2020
Violentissime parole contro i 77 immigrati, tra i quali 32 minori, giunti sulla costa salentina. Monsignor Filograna chiede perdono e denuncia "i profeti di sventura"
Il vescovo di Nardò-Gallipoli, Fernando Filograna

Il vescovo di Nardò-Gallipoli, Fernando Filograna

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"Ributtateli a mare", "Mettetegli un peso al collo e fateli annegare", "Cibo per pesci". Sono alcune delle terribili frasi comparse sui social dopo lo sbarco, il 12 agosto, sulla costa salentina di Nardò, di 77 immigrati, tra i quali 14 donne e 32 minori, di nazionalità afghana, pakistana, irakena e somala. Parole durissime, cosí il vescovo di Nardò-Gallipoli, monsignor Fernando Filograna ne ha voluto parlare in un messaggio in occasione della festività dell'Assunta, per condannarle ma anche per chiedere "perdono a quanti, evangelicamente piccoli e fragili, sono bersagli di queste invettive". Non a caso il vescovo ha scelto di aprire il suo messaggio con le parole della Lettera agli Ebrei. "Perseverate nell’amore fraterno. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo". E va subito al cuore del problema: l'informazione. "Da anni - scrive - viviamo in un contesto mediatico caotico e falsato. Eventi, notizie di cronaca e parole sono ormai “spacciate” senza che le persone di buona volontà possano esercitare il discernimento dovuto. Vengono innescati circoli di sentimenti e parole viziose e viziate a commento di notizie che necessiterebbero, invece, solo di Carità".

È il caso dello sbarco di persone "provenienti da situazioni di persecuzione e fame". Il vescovo ricorda "la premurosa operatività delle istituzioni locali del comune di Nardò, delle forze dell’ordine e della nostra Caritas diocesana, di volontarie e volontari. Questo è il fatto. Tante donne e uomini hanno manifestato la propria vicinanza e solidarietà a questi nostri fratelli e sorelle impauriti e preoccupati". Ma, denuncia, "alcuni altri, purtroppo, si sono lasciati andare a parole pesanti, arrivando ad augurare una brutta fine a chi fugge dalla fame e dalla guerra per mettere al sicuro sé e i propri cari. È da tempo che sono particolarmente preoccupato per questo modo di pensare e ancor più per la superficialità che si ha quando questo modo di pensare viene consegnato ai social media, facendo di pensieri e reazioni sbagliate, certe volte davvero maligne, pietre che si moltiplicano viralmente sul web".

E allora, ricorda ancora il vescovo, "come donne e uomini che si dicono cristiani, vogliamo costruire un mondo migliore, secondo il Cuore di Dio e non secondo il nostro. Prudenza e temperanza nell’esprimere giudizi che, se fossero rispetto a noi o ai nostri cari, molto ci farebbero soffrire. Coraggio e magnanimità nel fare il bene, tutto il bene possibile". E monsignor Fograna, con evidente riferimento a politici nazionali e locali, avverte: "Non lasciamoci incantare da sirene che parlano alla nostra pancia, lasciamo semplicemente che Dio faccia fiorire la Carità nei nostri cuori. Siamo stanchi dei profeti di sventura che descrivono la storia a tinte cupe".

Sulla vicenda è intervenuto anche don Riccardo Personè, parroco di Nardò. "Se sono cattolico - ha avvertito nell'omelia - non posso restare indifferente, non può venire in chiesa chi è in grado di augurare la morte ai bambini, non basta venire a messa". Ha riconosciuto alcuni che hanno scritto quelle parole violente e a loro si è rivolto. "Non è una questione politica, non è questione di Destra e Sinistra, ma di umanità. E qui ormai c'è del disumano".

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