«Singolare e sommamente improprio ho giudicato il far pesare sul presidente del Consiglio la responsabilità di una fiducia che garantisse l'intangibilità della proposta in quanto condivisa da un gran numero di partiti». L'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto oggi in Aula al Senato sul "Rosatellum", per annunciare il suo voto favorevole alla fiducia posta dall'esecutivo sulla legge elettorale. Un intervento atteso per le critiche espresse nei giorni scorsi alla procedura. Lo ha pronunciato nel corso della seduta che culminerà stasera con la votazione sulle cinque fiducie poste dal governo. La discussione è andata avanti per tutta la mattina, fino alle dichiarazioni di voto. Napolitano, che è intervenuto da seduto (concessione agli acciacchi dell'età per la quale ha ringraziato il presidente del Senato, Pietro Grasso), ha motivato la fiducia con la necessità di «salvaguardare il valore della stabilità, per consentire, anche in questo scorcio di legislatura, continuità dell'azione per le riforme». Nonostante, ha ribadito, «le problematicità e le riserve». In particolare, Napolitano ha espresso «rammarico» per le «forti pressioni» su Gentiloni, che «ha dvovuto aderire a quella convergente richiesta, proveniente peraltro da quanti avrebbero potuto chiedere il ricorso alla fiducia non già su tutte le parti sostanziali della legge, ma sui punti considerati determinanti, cosa che non ebbero la lucidità o il coraggio di fare».
Il presidente emerito si è poi chiesto se «l'indubbia esigenza di una capacità di decisione rapida da parte del Parlamento» possa valere fino a «comprimere drasticamente ruolo e diritti sia dell'istituzione sia dei singoli deputati e senatori». Per Napolitano «il dilemma non è "fiducia o non fiducia", anche perché non è mai stata affrontata, neppure dinanzi alla Corte, un'obiezione di incostituzionalità della fiducia». E «nell'esperienza italiana» il ricorso alla fiducia c'è stato «in occasioni e modalità molto diverse tra loro». Il problema, che l'ex inquilino del Colle pone ancora sotto forma di domanda è: «Quali forzature può implicare e produrre il ricorso a una fiducia che sancisca la totale inemendabilità di una proposta di legge estremamente impegnativa e delicata?». Alle 14 è prevista la prima chiama, relativa all'articolo 1. Si proseguirà al ritmo di una chiama all'ora per votare i sei articoli in oggetto (su uno non c'è fiducia). In realtà, poi, nel pomeriggio Napolitano non vota, risultando assente per congedo, insieme ad altri senatori a vita: Mario Monti, Renzo Piano ed Elena Cattaneo (l'unico a votare è Carlo Rubbia). Con una nota il presidente emerito fa allora sapere che «affiderà al voto elettronico finale sulla legge elettorale l'espressione della fiducia al Governo Gentiloni che ha già annunciato in aula». Tale voto, previsto per domani, potrebbe tenersi già stasera.