Sono giorni questi per noi pesanti e dolorosi. Non siamo stati capaci di tutelare i nostri bambini. Li abbiamo lasciati soli, allo sbando, in balìa di un paio di maggiorenni più scaltri e smaliziati. I minorenni coinvolti in quest’ orribile storia di sesso, di violenze, di intimidazioni sono tutti vittime, le femminucce e anche i maschietti. Nessuno avrebbe potuto avere – a quell’età – la capacità di discernere il bene dal male. Le prime pulsioni sessuali, i video porno che avevano a disposizione, la libertà senza controlli di cui potevano godere hanno innescato una bomba a orologeria.
I drammi dei bambini chiamano in causa gli adulti. Sono loro – siamo noi – che in questa squallida vicenda siamo venuti meno al nostro dovere. Solo loro – siamo noi – che non siamo stati capaci d’ intercettare il malessere, le reazioni, le paure, i disagi che venivano a galla man mano che gli stupri andavano aumentando. Sette minori maschi più due maggiorenni coinvolti sono un numero enorme. Colpisce la capacità di tenere per sé stessi quella montagna di sofferenza. Nessuno ha parlato, nessuno ha chiesto aiuto.
Adesso siamo qua, a leccarci le ferite. Sperando di far tesoro di questa ulteriore conferma che i nostri ragazzini se per certi aspetti crescono in fretta, senza il conforto dell’accompagnamento crescono anche storti. E diventano facili prede di qualcuno con cattive intenzioni. Avevamo sperato che il numero dei preadolescenti coinvolti fosse minore, così come il numero delle volte in cui l’esperienza è stata reiterata. Purtroppo le notizie che ci sono arrivate dalla Procura di Napoli nord, ci hanno spalancato davanti una realtà che a guardarla negli occhi spaventa.
Adesso, senza ipocrisia occorre mettersi a lavoro. Ognuno per la sua parte. Da quando il presidente del Consiglio ha accolto il mio invito ed è venuta a Caivano, abbiamo avuto modo di constatare che qualcosa di concreto sta avvenendo. Il Parco Verde è presidiato notte e giorno dalle forze dell’ordine. Questa possibilità è stata possibile da attuare grazie ai carabinieri e ai poliziotti che sono venuti ad accrescere gli organici della Compagnia di Caivano e del Commisariato di Afragola. Un primo passo.
Anche i lavori di ripristino del centro sportivo, brutalmente vandalizzato e del campo sportivo “Faraone”, da oltre 15 anni chiuso, dove alcuni episodi delle violenze sarebbero avvenute, ritornerà in vita per permettere ai ragazzi di poter svolgere attività sportive.
Piccoli passi, ma nel deserto anche un bicchiere d’ acqua ha la sua importanza. Inutile aggiungere che aspettiamo un esercito di maestre elementari, assistenti sociali e volontari per supportare le famiglie più distratte o del tutto assente. Mai più. Non solo a Caivano, ma in tutto il territorio italiano, mai più bambini costretti a rimanere feriti per la loro inesperienza e per la mancanza di tutela da parte degli adulti.
Questi sono i giorni del pianto. Nessuno tenti di gettare la croce sugli altri nella vana speranza di lavarsi le mani. Anche se in modi diversi chiunque abbia sul territorio – a cominciare ovviamente dalla famiglia – una qualche responsabilità deve avere il coraggio di fare mea culpa.
Senza perdere la speranza, occorre guardare avanti. Abbiamo toccato con mano – ma non ce n’era affatto bisogno – che cosa vuol dire abbandonare a se stessi i quartieri periferici. Nel giro di poco tempo cadono nel più assoluto degrado. Se la bellezza chiama bellezza, la cultura chiama cultura, il degrado non può che chiamare degrado. Rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare. Pesa enormente che, ancora una volta, Ciavano sia un comune commissariato. Speriamo che non accada più, che la prossima amministrazione sappia – con sacrifici e sapienza – arrivare a governare per il tempo stabilito dalla legge, senza bisogno di ricorrere all’aiuto dei commissari.
Insieme. La parola d’ordine è insieme. Mercoledì 13 ottobre, la nostra parrocchia celebra la festa della Madonna di Fatima. Per l’occasione, dopo la Messa della sera, usciremo per le strade del rione con la nostra Madonnina. In silenzio, ognuno con la lampada accesa in mano. Pregando. Implorando. Chiedendo perdono a Dio per i nostri peccati di omissione e implorandolo di darci la forza per non rimanere prigionieri dello sconforto che ci assale. Ci consola – e non poco – il fatto che partendo da Caivano, il governo in carica, ci ha rassicurato che saranno prese in seria considerazione i problemi di tutte le periferie d’Italia. Maurizio Patriciello.
Controlli a Caivano. Primi passi verso un ritorno alla legalità - ANSA