martedì 25 ottobre 2016
Il Club alpino italiano e l'Università Statale promuovono “Cime a Milano”, una tre giorni (dal 3 al 5 novembre) sulle “terre alte” nel cuore della metropoli, con il coinvolgimento delle scuole
Montagna e città, rete per lo sviluppo
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La montagna, con il suo ritmo lento e le sue tradizioni antiche, nel cuore della metropoli più veloce e moderna d'Italia. Con “Cime a Milano”, per tre giorni (dal 3 al 5 novembre), il capoluogo lombardo ospiterà alpinisti, studiosi, imprenditori e appassionati che presenteranno le “terre alte” come ambiente dalle molteplici opportunità. Promossa dal Club alpino italiano e dall'Università Statale, con l'Università della Montagna di Edolo (Brescia), la rassegna, ospitata nella sede dell'ateneo, vuole «trasmettere ai cittadini un nuovo sguardo sulle montagne, rendendo i giovani protagonisti». E proprio le scuole sono tra i principali
invitati a seguire i molti appuntamenti del denso programma, che è possibile consultare sul sito di Cime a Milano.

«La sfida che raccogliamo - dice il presidente generale del Cai, Vincenzo Torti - è incontrare le nuove generazioni offrendo loro una chiave di lettura dell'ambiente montano che consenta di coglierne la vera essenza e le potenzialità, ben diversa da qualla indotta dai modelli consumistici abitualmente proposti».

Così, oltre a convegni e mostre (da segnalare quella dedicata a Dino Buzzati “Valli mai viste”), i partecipanti a “Cime a Milano” avranno la possibilità di incontrare gli imprenditori di montagna, come i viticoltori “eroici” della Valtellina o gli allevatori e produttori di formaggio, strenui difensori della biodiversità alpina. Per gli appassionati di alpinismo, ma anche per tutti coloro che vorranno cimentarsi con il brivido verticale, sarà allestita una palestra d'arrampicata nel cortile d'onore dell'Università, con dimostrazione da parte di istruttori del Cai, mentre tra i testimonial della kermesse milanese figurano alpinisti di livello mondiale come Nives Meroi e Luca Schiera e Simone Pedeferri di Ragni di Lecco.

«La montagna - aggiunge Anna Giorgi, direttrice dell'Università della Montagna - ha potenzialità e risorse in grado di generare valore e crescita, soprattutto per le nuove generazioni. Montagna, dunque, non come limite e marginalità, ma come opportunità di sviluppo, attraverso l'impiego della tecnologia delle reti».

Montagna, anche come fragilità, con i cambiamenti climatici che ne trasformano la fisionomia attraverso la fusione di ghiacciai secolari e di frane che ne cambiano il profilo. Un focus specifico sarà inoltre dedicato ai
terremoti in montagna, da Amatrice al Nepal, passando per L'Aquila. «Siamo in campo anche per frenare lo spopolamento dei paesi colpiti dal terremoto», aggiunge il presidente Torti, annunciando che i 126mila euro raccolti tra i soci saranno utilizzati per realizzare la Casa della montagna ad Amatrice. Struttura destinata a diventare «punto di riferimento e centro di aggregazione» per la comunità che non si arrende e sta lavorando per ripartire.


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