martedì 23 luglio 2013
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​Una "assoluta ingiustizia". Così le Misericordie d'Italia definiscono il prestito di 150 milioni di euro alla Croce Rossa inserito nel "decreto del fare". Secondo l'associazione, si tratta dell' "ennesimo pacchetto di soldi che lo Stato prende a noi cittadini per consentire ad un ente parastatale di riuscire a tappare i buchi di una gestione quantomeno deficitaria". Il presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia, Roberto Trucchi, lo scrive in una lettera aperta indirizzata al premier Letta, ai ministri e ai parlamentari italiani, chiedendo piuttosto di "strutturare un fondo di 1,5 miliardi di euro per il sostegno finanziario al volontariato, alla stesse condizioni della Croce Rossa". Trucchi ricorda come oggi "le nostre associazioni soffrono le difficoltà della crisi", e "molte si trovano persino a far da banca allo Stato, costrette a pagare interessi salati agli istituti di credito per gli anticipi fatture di enti pubblici che allungano sempre più il pagamento di quei servizi che esse stesse non riescono più a garantire alle proprie comunità". In pratica, conclude Trucchi, "il volontariato si fa carico degli oneri finanziari anche per lo Stato... che oggi utilizza questi soldi per prestarli alla Croce Rossa. Oltre al danno, la beffa".
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