giovedì 28 aprile 2016
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ROMA Le elezioni si avvicinano, una parte della magistratura polemizza con il Pd, gli avversari se la ridono e gli scandali si susseguono. Ma il senatore dem Franco Mirabelli, capogruppo democratico in commissione Antimafia e da due mesi commissario del partito a Caserta, replica pacato: «Noi proviamo ad arrivare prima della magistratura. Che la situazione fosse complicata lo so bene, se no non ci sarebbe stata la necessità di mandare da Milano il commissario. Eravamo consapevoli dei rischi che ci sono nella zona ». Ma la vicenda di Graziano alla vigilia del voto getta altro fango sul Pd. È arrivato troppo tardi? In realtà oggi il Pd è l’unico partito che si assume la responsabilità di provare a cambiare le cose. Penso che sia troppo facile fare come i 5 Stelle che non si presentano per evitare infiltrazioni. Penso che la politica debba avere la responsabilità di governare, sapendo che è evidente che sta emergendo un quadro oscuro, grazie alle indagini. Non solo a Caserta.... Caserta, Maddaloni, Santa Maria Capua Vetere: è evidente che ci sono luoghi in cui la criminalità organizzata condiziona la politica, le imprese. Stanno emergendo molti fatti che evidenziano quello che deve fare la politica per rinnovarsi, per dare garanzie in comuni come Caserta, dove saranno presentate liste pulite e certificate anche con la collaborazione delle istituzioni. Le liste devono passare per la commissione antimafia? Ma no, l’Antimafia non può fare tutto. Nel territorio ci sono le istituzioni, la magistratura, le forze dell’ordine che ci hanno già dato la disponibilità ad aiutarci. Spetta ai partiti, in collaborazione con le istituzioni, valutare le liste. Il Pd si può ancora presentare come il partito della legalità? Per il Pd la legalità è al primo posto. Ci siamo impegnati nel partito ad avere le liste dieci giorni prima per poterle valutare. Abbiamo chiesto ai sindaci collaborazione. Vogliamo provare a dire ai cittadini di Caserta, Aversa e di tutta la zona che possono fidarsi dell’onestà degli amministratori del Pd. Si parte da qui ma abbiamo bisogno di fare molto altro. Che cosa? Dobbiamo rinnovare davvero il partito. Abbiamo bisogno di un partito che sia unico e che sia il partito di Caserta. Che intende per partito unico? Non ci sono partiti dei comitati elettorali, il partito di Tizio, il partito di Caio... C’è sempre il rischio dei comitati elettorali contro un partito che lavora... Le preferenze, poi, in queste zone, possono essere dannose, se non c’è un lavoro serio e un cambio culturale. In questa fase la tensione con la magistratura non ci voleva... Non credo sia questo il problema. Penso che nel casertano il rapporto tra cittadini e politica è più in crisi che nel resto del Paese. Bisogna ricostruire la fiducia. Da qualche parte bisogna cominciare a dare segnali positivi. È anche un lavoro culturale. Al Senato avete diverse riforme della giustizia pronte... Abbiamo fatto molto. L’Anac (l’Autorità nazionale anticorruzione, ndr ) e i poteri ad essa attribuiti, la legge anticorruzione, altre leggi che hanno rafforzato i reati legati al voto di scambio... Ora bisogna che si producano risultati. Ma continuo a pensare che c’è uno Stato che proprio nel casertano sta riuscendo a dare colpi molto pesanti ai Casalesi, scoprendo questi intrecci tra politica, criminalità e pubblica amministrazione. E il Pd in questa battaglia c’è. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Per le liste pulite non serve l’Antimafia. Noi collaboriamo con magistratura e istituzioni. Nessuna polemica con i giudici» Intervista Il commissario del Pd nel casertano rivendica il tentativo del suo partito: troppo facile fare come i 5 Stelle che non si presentano Franco Mirabelli
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