Il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti (Ansa)
«Credo nei nostri giovani. Nei nostri studenti. Nella loro capacità di saper declinare parole come rispetto, solidarietà, accoglienza. E di saper respingere parole come sopraffazione. E poi credo nella nostra scuola. Nella sua capacità di costruire. Di educare. Di prendere per mano le nuove generazioni... ». Marco Bussetti si ferma su una parola: scuola. E da lì riparte. Legando Passato e Presente. «La scuola ha un ruolo fondamentale. Decisivo. Conoscere ciò che è stato e misurarne la portata devastante è necessario per far sì che non succeda mai più». L’orrore dell’Olocausto prende forma dietro la riflessione del ministro dell’Istruzione. Che rilancia il valore dell’educazione come primo antitodo al virus dell’intolleranza.
Perché il viaggio della Memoria? Perché questo impegno che lega Miur e l’Unione delle Comunità ebraiche?
Perché i ragazzi capiscono immergendosi in quella pagina orribile. È la forza di una lezione fuori dalle aule. Un contatto diretto con i luoghi dell’Orrore e con i superstiti è un antidoto potente, forse unico, contro oblio e indifferenza. Se non aiutiamo i giovani a sviluppare un pensiero critico, se non attiviamo in loro il desiderio di andare a fondo, di capire cosa è successo, il rischio di nuove pagine buie è alto.
E allora?
Allora tutti dobbiamo sempre mantenere alta la guardia. E farci portatori di una cultura del rispetto che è la base e la sostanza della democrazia. Penso spesso alla 'lezione' di papa Francesco. Al messaggio del primo gennaio per la Giornata mondiale della Pace: un documento imprescindibile, una bussola anche per il mio operato.
Nel mondo si alzano muri e crescono i fili spinati. Come sta questa Europa?
È una Europa tecnocratica. Lontana dai problemi della gente. Questo non è un bene: una impostazione così è destinata al fallimento. Ma voglio credere in un cambio di passo. In politiche sociali e di solidarietà capaci di prendere per mano chi è rimasto indietro. Vede, la nuova Europa sarà quella dei nostri figli, dei nostri giovani. Loro hanno valori sani. E noi possiamo guardare avanti con fiducia: il futuro sarà migliore del passato. Perché abbiamo nelle nostre classi, nelle nostre scuole, nelle nostre università, giovani consapevoli. Che penseranno sempre alle loro scelte e alle loro azioni.
Ministro cosa è stata la Shoah?
Una pagina storica di una crudeltà senza eguali. 6 milioni di uomini, donne, bambini, anziani uccisi per il solo fatto di essere ebrei. Un’umanità massacrata. E tutto è successo non per la pazzia di qualcuno. È stata il risultato di una politica di sterminio portata avanti con un approccio lucido. Che nascondeva ragioni culturali, religiosi, ma anche economiche e politiche.
Ne parla mai con le sue figlie?
Spesso. Riflettere sul passato è la strada maestra per costruire il futuro. È questo che dico alle mie due figlie. Ed è questo che ripeto ora agli studenti: non cancellate mai dai vostri occhi le terribili immagini di quelle 'fabbriche della morte'. Devono essere un monito. Ma, parallelamente, dobbiamo fare nostri i sentimenti positivi che sono serviti a chi ce l’ha fatta e testimonia la sua esperienza per rendere migliore il nostro tempo. È questo che auguro ai nostri ragazzi: di sentirsi sempre responsabili di ciò che accade nella nostra comunità. Di sapere che anche un loro piccolo gesto può fare la differenza.
Ministro i migranti sono i nuovi perseguitati? E nel governo di cui lei fa parte qualcuno sta provando a trasformarli in un nemico per prendere voti?
No, nessuno perseguita i migranti e nessuno sta cercando di creare un 'nemico interno'. L’Italia è un Paese all’avanguardia nella solidarietà e nell’accoglienza: non possiamo accettare lezioni da nessuno.
Libri, film, mostre: la cultura ha avuto un ruolo decisivo per far conoscere la Shoah...
Ogni giovane dovrebbe leggere il Diario di Anna Frank: un documento storico e una pagina dell’anima che colpisce al cuore. E poi come non commuoversi guardando La vita è bella di Roberto Benigni. Ecco la forza della cultura. Ecco la sfida della nostra televisione pubblica: la puntata di Alberto Angela sull’Olocausto ha fatto pensare e capire. Ho nella testa due film. Diversi ma incredibili nella loro grandezza: Schind-ler’s List di Steven Spielberg e Il giardino dei Finzi-Contini di Vittorio De Sica. E poi fatemi consigliare un libro: L’amico ritrovato di Fred Uhlman. Opere che mi hanno scosso, che mi hanno interrogato. Ma ai ragazzi dico di non fermarsi a un libro o a un film. Di cercare sempre nuovi stimoli per andare a fondo nella complessità di un evento senza pari, di uno sterminio, programmato e calcolato, di proporzioni mai viste.