Milano: l'inaugurazione dell'emporio Caritas al quartiere Barona, nel gennaio 2018 (Fotogramma)
Conto alla rovescia alle «case del Papa» di Milano, in zona Niguarda. Partirà nelle prossime settimane il cantiere per la realizzazione del nuovo «Emporio della solidarietà» di Caritas Ambrosiana, dove famiglie in difficoltà potranno fare la spesa con una tessera a punti. Il nuovo minimarket solidale sarà ospitato «in alcuni spazi commerciali dismessi all’interno del complesso di edifici popolari ristrutturati in occasione della visita di papa Francesco a Milano, il 25 marzo 2017 – spiega un comunicato diffuso dalla Caritas –. L’intervento, promosso nell'ambito del programma QuBì di Fondazione Cariplo contro la povertà infantile, si inserisce nel quadro di un'ampia riqualificazione del quartiere condotta dal Comune».
Così cresce la rete degli «empori della solidarietà»
In questo modo salgono a sette gli empori solidali di Caritas Ambrosiana attivi nel territorio della diocesi. I primi cinque erano stati avviati negli anni scorsi fuori Milano: a Cesano Boscone, Garbagnate Milanese, Saronno, Molteno e Varese. Il primo sorto nel capoluogo lombardo aveva aperto i battenti il 13 gennaio 2018 alla Barona, popoloso quartiere della periferia sud della metropoli. Con l’emporio di Niguarda, questa esperienza di sostegno a persone e famiglie «fragili» si affaccia in un quartiere della periferia nord della città. Entro la fine del 2019, aveva anticipato ad Avvenire Andrea Fanzago, responsabile dell’Area Povertà alimentare di Caritas Ambrosiana, si intende dare vita a due altri minimarket solidali a Milano – in un quartiere della zona ovest e a Lambrate, nella zona est – mentre altri tre sono previsti fuori Milano – precisamente a San Giuliano Milanese, a Lecco e nella zona di Busto Arsizio, nel Varesotto.
Oltre duemila le famiglie aiutate da Caritas Ambrosiana
Grazie ai sei empori già all’opera – sempre secondo i dati resi noti da Fanzago nelle scorse settimane – si dà aiuto a oltre duemila famiglie per un totale di seimila persone, un terzo delle quali minori, distribuendo 1.700 quintali di merce all’anno. Numeri ora destinati ad aumentare con l'avvio del nuovo emporio. Com’è cresciuto, nell’ultimo decennio, l’impatto della crisi che ha intrappolato sempre più famiglie. E fra poveri e impoveriti, sempre più italiani: ormai il 40% di quanti si rivolgono agli empori di Caritas Ambrosiana.
L’emporio solidale di Niguarda aprirà i battenti nei locali al pianterreno affacciati su via Padre Luigi Monti, «parte del lotto di 55 appartamenti affidato dal Comune in comodato d’uso alla Fondazione San Carlo e che la stessa Fondazione, promossa dalla diocesi di Milano, ha recuperato e assegnato, come dono simbolico offerto alla città a nome del Pontefice», in occasione della sua visita nella primavera del 2017. «Titolare, invece, del nuovo progetto solidale per il quartiere – riprende il comunicato – sarà Caritas Ambrosiana che ha già attivato la rete dei centri di ascolto cui spetterà il compito di individuare e accompagnare i beneficiari, e affidato la gestione alla cooperativa Farsi Prossimo».
Aiuto materiale. E promozione dell'autonomia
Come in tutti gli empori, si potrà fare la spesa con una tessera a punti valida per tre mesi e rinnovabile più volte fino a coprire un anno, "caricata" in funzione della composizione e dello stato di bisogno del nucleo familiare. Sugli scaffali si potranno trovare prodotti per l’igiene personale e per la casa e articoli di cartoleria, ma soprattutto generi alimentari, frutto di donazioni o di acquisti fatti da Caritas Ambrosiana, ma anche del recupero di eccedenze reso possibile dalla rete che Caritas ha costituito con Expo 2015 e consolidato negli anni successivi.
Promozione, non assistenzialismo, è da sempre la logica di Caritas Ambrosiana. Ecco perché le famiglie beneficiate ricevono non solo sostegno economico e materiale, ma sono coinvolte in percorsi di recupero dell’autonomia, mentre sono aiutate, quando necessario, a educarsi all’uso responsabile del denaro e dei servizi. Tutto questo si realizza grazie al coinvolgimento delle comunità cristiane, alla formazione e mobilitazione dei volontari, alle "alleanze" costruire sul territorio fra istituzioni pubbliche, terzo settore e aziende. Insomma: aprire un «emporio solidale» è molto più che trovare un locale per distribuire cibo ai poveri.