sabato 3 settembre 2022
La necessità di una nuova classe dirigente politica che abbia più attenzione ai corpi intermedi, a cominciare dalla famiglia
Un momento dell'incontro di Mcl ad Assisi

Un momento dell'incontro di Mcl ad Assisi - Da YouTube Mcl

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«Abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente che tenga nella dovuta attenzione i corpi intermedi a cominciare dalla famiglia. La grande e prossima sfida, a questo proposito, sarà l’approvazione della legge di bilancio. E noi ci saremo per far sentire la nostra voce e far vedere la nostra presenza significativa». Lo ha detto ieri mattina nella cattedrale di San Rufino ad Assisi il presidente generale del Movimento Cristiano lavoratori, Antonio Di Matteo, al termine del dibattito dal titolo “Cura della casa comune e fraternità nella terra di Francesco”, che ha visto la partecipazione di Piero Damosso, caporedattore del TG1, padre Enzo Fortunato, giornalista e per anni portavoce del Sacro convento di Assisi, il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio e la responsabile dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, Marina Rosati. L’evento ha aperto la seconda giornata dei lavori del 50esimo consiglio generale dell’Mcl che si conclude questa mattina con la celebrazione eucaristica nella Basilica superiore di San Francesco del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e con l’itinerario spirituale nei luoghi sacri al Poverello e a Santa Chiara, guidato da don Francesco Poli.

Diversi i temi toccati nel corso del dibattito a San Rufino: dalla guerra in Ucraina al ruolo dei cattolici in politica, dalla transizione ecologica al concetto di fraternità, rilanciato e rinnovato da papa Francesco. Il filo conduttore dell’incontro è stato infatti il magistero del Santo Padre che, dalla Laudato Si’ in maniera forte e pregnante fino all’enciclica firmata sulla tomba di San Francesco, continua a mandare messaggi ai grandi della terra sul valore della terra, come madre e sul senso di appartenenza alla comune radice umana. Da parte di tutti e tre gli interlocutori è stata ribadita l’importanza di attivare personalmente e quotidianamente nuovi stili di vita che possano frenare il problema ambientale e l’emergenza energetica; stili di vita che partono tuttavia dalle relazioni e dall’essere comunità come nella migliore tradizione cristiana.

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