venerdì 29 aprile 2016
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Appello all’unità politica-giudici anche per accelerare i processi ROMA «La corruzione è un impegno di sistema, non di un solo corpo dello Stato, che non sarebbe sufficiente ». Sergio Mattarella interviene sui rapporti fra politica e giustizia, dopo i giorni delle polemiche. È un appello, quello del capo dello Stato, lanciato all’apertura dell’anno accademico della Scuola superiore della Magistratura a Scandicci. Un appello a tutte le istituzioni a fare sistema contro la corruzione. Quella che propone è «una grande alleanza tra tutte le forze sane per sviluppare ulteriormente gli anticorpi necessari». Un impegno a tutti i livelli, «politico, sociale, culturale, che deve coinvolgere l’intera comunità». Politica e magistratura devono dunque «collaborare » perché «il conflitto genera sfiducia, aggrava i problemi del paese e indebolisce la lotta alla corruzione». E il «conflitto indebolisce tutte le parti». Mattarella arriva a Firenze in treno, come lo scorso anno, accolto dal sindaco Dario Nardella, per poi dirigersi alla Scuola superiore della magistratura a villa di Castelpulci, a Scandicci. Non solo corruzione, nel suo intervento. C’è un’altra frontiera che «con determinazione » deve vedere affrontare insieme, politica e magistratura, «il tema della lunghezza dei processi che non è una variabile indipendente» della giustizia. «I cittadini - sottolinea Mattarella - si attendono e si aspettano coesione» nei vari organi dello Stato per battere malaffare e corruzione. La giustizia è un servizio e un valore - insiste -, le istituzioni devono saperla assicurare per evitare che si generi sfiducia e si dia spazio al malaffare». I magistrati «devono aver cura dei diritti» senza i quali «non c’è Repubblica», le istituzioni tutte devono essere unite e saper «assicurare la giustizia con efficienza e rigore». Quanto all’impegno per la moralità della vita pubblica, al centro delle polemiche infuocate di questi giorni, esso deve valere per tutti, ma «gli attori della politica per la loro parte devono aggiungervi la consapevolezza che la corruzione in quest’ambito è più grave perché nell’impegno politico si assume duplice dovere di onestà per sé e per i cittadini che si rappresentano». Passati i giorni più duri dello scontro politica-magistratura e ritrovata una maggiore serenità nei toni reciproci l’auspicio del capo dello Stato, ora, è che «la dialettica proficua tra poteri» si muova «nella libertà di manifestare opinioni, in un confronto leale e costruttivo. Gli ambiti di spettanza dei diversi poteri non sono fortilizi - ammonisce Mattarella - da contrapporre gli uni agli altri ». E questo vale anche sull’altro tema caldo, l’efficienza della giustizia e le riforme in corso di approvazione. «Il tempo dei processi non è una variabile indipendente per l’esercizio della giurisdizione e il riconoscimento dei diritti del cittadino», evidenzia il presidente della Repubblica, auspicando «la massima condivisione » in Parlamento per i provvedimenti volti a regolare la materia. Mattarella sottolinea infatti che «l’efficienza del sistema giustizia è indispensabile per rendere effettiva la possibilità dei cittadini di ricorrere alla giustizia per tutelare i propri diritti». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervento Sergio Mattarella alla Scuola di magistratura di villa Castelpulci, a Scandicci
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