"Occorre una grande alleanza tra tutte le forze sane per sviluppare ulteriormente gli anticorpi necessari. Si tratta di un impegno politico, sociale, culturale, che deve coinvolgere l'intera comunità.
Combattere la corruzione è un impegno di sistema, non di un solocorpo dello Stato, che non sarebbe sufficiente. Gli attori della politica, per la loro parte, devono aggiungervi la consapevolezza che la corruzione in quell'ambito è più grave perché, nell'impegno politico, si assume un duplice dovere di onestà, per sé e per i cittadini che si rappresentano".
Monito sul tema della corruzione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oggi, nel suo intervento alla Scuola superiore della magistratura, a villa di Castel Pulci, a Scandicci, per l'inaugurazione dei corsi di formazione per il 2016. Monito al quale sembra rispondere a distanza il
premier Matteo Renzi che in primo luogo afferma di essere "orgoglioso" da quanto fatto dal governo in questo campo. Poi lanciando il suo avvertimento: "
I fenomeni di corruzione o addirittura di connivenza con la malavita vanno stroncati alle gambe. Purché arrivino con le sentenze". "Sulla lotta contro la corruzione - ha detto - non solo siamo in prima fila, ma siamo certi che le nuove regole siano tali da essere prese come puntodi riferimento per il mondo intero. Non abbiamo preoccupazione sulle nostre regole. Poi ciò non significa negare che ci siano fenomeni di corruzione o addirittura di connivenza con la malavita, che vanno stroncati alle gambe. Purchè arrivino con le sentenze". Il Capo dello Stato, in un discorso incentrato sull'importanza della formazione dei magistrati, si è mantenuto su un piano di stretta attualità in merito ai dissidi tra toghe e politica e ai tempi della giustizia che, ha detto Mattarella, non sono una "variabile indifferente per l'esercizio della giurisdizione e per il riconoscimento dei diritti". Quanto alle contrapposizioni, secondo il presidente della Repubblica il "conflitto indebolisce tutte le parti". "La dialettica proficua tra poteri si esprime, nella libertà di manifestare opinioni, in confronto leale e costruttivo. Gli ambiti di spettanza dei diversi poteri non sono fortilizi da contrapporre gli uni agli altri. Vanno rispettati i confini delle proprie attribuzioni, senza cedere alla tentazione di sottrarre spazi di competenza a chi ne ha titolo in base alla Costituzione". A ciascuno, politica e magistratura, il proprio compito, dunque, ha sottolineato Mattarella. "Il rispetto delle competenze altrui costituisce del resto la migliore garanzia per la tutela delle proprie attribuzioni. A quanto osservato allora credo che si possa aggiungere che l'equilibrio fra i poteri dipende anche dalla capacità di ciascuno di essi di assumersi la responsabilità del proprio agire. I provvedimenti adottati dalla magistratura incidono, oltre che sulle persone, sulla realtà sociale e spesso intervengono in situazioni complesse e a volte drammatiche, in cui la decisione giudiziaria è l'ultima opportunità, a volte dopo inadempienze o negligenze di altre autorità. Per questo l'intervento della magistratura non è mai privo di conseguenze. La valutazione delle conseguenze del proprio agire non può essere certo intesa in alcun modo come un freno o un limite all'azione giudiziaria rispetto alla complessità delle circostanze". "La nostra magistratura - ha aggiunto il presidente -, in tante circostanze, ha dimostrato di avere tutti gli strumenti per garantire il riconoscimento dei diritti, senza condizionamenti. È un bene che sia sempre più consapevole della sua funzione insostituibile, ma anche della grande responsabilità che grava sulle sue scelte".L'impegno del governo è stato riaffermato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando che, nel suo intervento, ha sottolineato come si proseguirà "completando il percorso di riforma sia del settore civile che del settore penale, con poco riguardo alle polemiche e molto di più agli interessi dei cittadini, delle imprese, del Paese". In apertura della cerimonia, Gaetano Silvestri, presidente del comitato direttivo della Scuola superiore di Magistratura, aveva sottolineato "la necessità che l'arsenale culturale e tecnico del giudice sia ricco e aggiornato". Infine, dal
vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, un appello: la riforma della prescrizione deve essere approvata "al più presto", ha detto.