A far discutere è anzitutto la dichiarazione di Pier Ferdinando Casini, che ha chiarito di essere “contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso” aggiungendo però che “si può pensare di definire i diritti civili della convivenza”. Un tema controverso, sul quale in altre legislature sono state tentate soluzioni che hanno suscitato la ferma opposizione di una parte significativa degli italiani (come accadde con i Dico, avversati dal “popolo della famiglia” che poi diede vita al Family Day il 13 maggio 2007).
Dal canto suo Bersani ha ricordato che nel prossimo Parlamento il Pd punterà a “una legge che riconosca le unioni civili omosessuali secondo il modello tedesco che non prevede l’adozione ma la possibilità di esercizio della potestà genitoriale per una persona e il riconoscimento di adozione del figlio di uno dei due membri della coppia”, una soluzione sulla quale – ha detto – si augura “non ci sia battaglia”.
Sarcastico il principale alleato di Bersani, Nichi Vendola: “Secondo Monti – ha scritto in un tweet – l’unica famiglia è quella composta da un uomo e una donna. Meno male che lui era il progressista e io il conservatore”.
Critiche a Monti, ma di opposto tenore, dal Pdl. Eugenia Roccella sostiene che “la posizione del presidente del Consiglio è la stessa del segretario del Pd: no ai matrimoni gay, sì al riconoscimento delle convivenze. Quando Monti afferma che il Parlamento dovrà ‘tutelare altre forme di convivenza’ è in perfetta sintonia con Bersani e in totale contrasto con Benedetto XVI”. Carlo Giovanardi propone che venga introdotto “nel Codice Civile un contratto di solidarietà che prescinde dai più svariati motivi che possono portare due persone alla decisione di convivere”.
Aspre critiche a Monti dalle associazioni dell’arcipelago gay, tra le quali c’è chi incalza il premier uscente chiedendogli di chiarire “a quali forme di tutela pensa, se nel suo orizzonte politico ci sono le unioni civili e se così fosse a quale modello europeo pensa”.