lunedì 8 agosto 2022
I rintocchi della campana del Bois du Cazier hanno dato il là, come ogni 8 agosto, al ricordo della tragedia della miniera vicino Charleroi, in Belgio, dove nel 1956 morirono anche 136 italiani
La campana di Marcinelle ricorda le vittime della tragedia in miniera

La campana di Marcinelle ricorda le vittime della tragedia in miniera - Foto di archivio Ansa

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I 262 rintocchi della campana del Bois du Cazier hanno dato il là, come l'otto agosto di ogni anno, al ricordo del massacro di Marcinelle, la miniera ad una manciata di chilometri da Charleroi dove, nel 1956, persero la vita 262 minatori di cui 136 italiani.

Ma quest'anno, con il voto già a settembre, anche la commemorazione di Marcinelle è stata segnata da una campagna elettorale che comincia a entrare nel vivo. Giorgia Meloni, rispondendo a Enrico Letta che annunciava la sua presenza in Belgio, in una lettera al Corsera ha invitato a non strumentalizzare la ricorrenza, facendo «comparazioni forzate» con i migranti irregolari che sbarcano in Italia. «Parole gravi e incomprensibili», è stata la secca risposta del segretario Pd.

L'ex premier aveva comunicato la sua presenza sottolineando di voler onorare le vittime di Marcinelle ma anche, «simbolicamente, tutti gli altri caduti, a partire da quelli del Mediterraneo». Una tesi alla quale la leader di Fdi ha voluto rispondere punto su punto. «Utilizzare la tragedia di Marcinelle per comparazioni forzate e strumentali non è un modo corretto né di ricordare gli italiani di ieri, né di affrontare il tema degli stranieri di oggi», ha spiegato, sottolineando l'importanza di «ristabilire il principio che in Italia si accede rispettando le leggi».

«Chi si candida a presidente del Consiglio deve sapere che bisogna unire e non dividere il Paese. La cosa grave è dividere morti di serie A e di serie B, questa è una cosa che non faremo mai. Per noi sono tutte persone, che meritano rispetto», ha contrattaccato Letta.

Il segretario Dem ha passato nella miniera di Marcinelle l'intera - e assolatissima - mattinata. È stata la prima cerimonia post-Covid e si è visto: la miniera era gremita di autorità belghe, immigrati italiani, minatori ed ex minatori, oltre che dei discendenti delle vittime. Per la prima volta sono arrivati anche gli studenti di una scuola italiana, il liceo Vivona di Roma. Tra i parlamentari c'erano anche i renziani Massimo Ungaro e Laura Garavini, eletti entrambi nella circoscrizione Europa. E c'era l'88enne Urbano Ciacci, ultimo sopravvissuto della strage del '56. Lui, quell'otto agosto, non c'era: era al suo matrimonio nel pesarese, da dove era emigrato.

«Quando tornai il giorno dopo era tutto un pianto, tutto un grido», ha raccontato Ciacci - vestito in tuta, elmetto e con la lampada a benzina di allora ancora tra le mani - passando in rassegna le foto dei caduti. «Li conoscevo tutti e quando vengo qui parlo ancora con loro. È stata la più grande catastrofe dopo la seconda guerra mondiale e non arriverò mai a sapere cosa accadde davvero», ha aggiunto con un filo di commozione.

A rappresentare la Farnesina c'era il direttore generale della Direzione Italiani all'Estero, Luigi Vignali. Mentre l'ambasciatore italiano in Belgio, Francesco Genuardi, prima della deposizione delle corone di fiori ha letto il messaggio di Sergio Mattarella. «Le dolorose esperienze dei lavoratori migranti, maturate nei decenni precedenti il Trattato di Maastricht, hanno sollecitato la promozione dei diritti dei lavoratori al livello europeo, contribuendo alla creazione di un'Europa coesa, solidale, fondata anche su un pilastro sociale», sono state le parole del capo dello Stato.

Per Letta Marcinelle è uno scrigno di «parole chiave» della nostra attualità: dall'Europa all'energia fino alla dignità del lavoro e dei migranti. «Meloni invece di polemizzare poteva andare nel luogo della tragedia», ha rincarato la dose, da Roma, Debora Serracchiani.

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