Domenica alle 9 al Colosseo, il Vicariato di Roma darà il via alla Marcia per la Terra in difesa dei più fragili. La società civile nazionale e internazionale si compatterà per dare una testimonianza di forte solidarietà alla
Laudato si' di Papa Francesco in vista della Conferenza sul Clima di Parigi. Il nuovo e più giovane vescovo ausiliare della diocesi, monsignor
Paolo Lojudice, ha lavorato per anni con le categorie più disagiate di Roma e in particolare con i Rom, problema da sempre controverso e irrisolto. Con lo sguardo semplice e diretto di chi è abituato a confrontarsi con le difficoltà più concrete del territorio fa subito notare che "a Roma il disagio di alcune categorie viene sfruttato esattamente come avviene per il Pianeta a livello globale. È una città - che riflette pienamente i mali dell'umanità". Senza girarci troppo intorno Lojudice parla di Mafia Capitale: "è l'emblema dell'atteggiamento che l'uomo ha oggi nei confronti del Creato e delle creature: non importa se un'intera popolazione ne soffrirà o se si produrranno danni permanenti all'ambiente, l'importante è perseguire i propri interessi con ogni mezzo a disposizione. Con i Rom a Roma è avvenuto proprio questo. Parliamo di un numero di persone davvero minimo, sono poche migliaia, che sarebbe stato molto facile ed economico integrare come già avvenuto in altri Paesi. Invece si è colta l'occasione offerta dalla loro diversità per ghettizzarli e utilizzare questo per sottrarre risorse pubbliche.
Quante persone hanno guadagnato e per quanti anni per gestire una "emergenza" mai affrontata e mai risolta?Roma sfrutta il disagio esattamente come l'economia mondiale sfrutta il Pianeta. E mentre a Parigi dovranno fare i conti con l'avvicinarsi di il punto di non ritorno dei Cambiamenti Climatici il Papa ricorda, proprio da questa città, che la questione è più ampia e che un punto di non ritorno lo stiamo raggiungendo anche sull'aumento delle emergenze sociali". A Roma, come al mondo intero, serve oggi uno scatto d'orgoglio che ci aiuti a restituire dignità all'uomo e rispetto al Creato.
Ma la Chiesa di Roma cosa fa? Ci guida verso questo scatto d'orgoglio?La Chiesa è fatta di uomini che vivono il loro tempo al pari di ogni altro uomo. Anche i sacerdoti possono essere confusi e sopraffati dai ritmi infernali che la nostra società impone. È difficile anche per loro.
Da dove iniziare allora? Abbiamo la forza della Dottrina Sociale che rappresenta un solido punto fermo per tutta la Chiesa. La Laudato si' ne è l'ultima luminosa espressione e ci riporta con forza al Creato che poi è l'origine di tutto.
Bisogna tornare alle origini?Alle origini e alla semplicità della Creazione. Non è un caso che la Bibbia cominci proprio da lì. L'uomo ha ricevuto in dono la natura che è un ordine perfetto. La libertà nella quale è stato chiamato a custodirla lo ha portato però a dominarla. È sorprendente quanto il diluvio universale ricordi le bombe d'acqua che sempre più spesso colpiscono Roma. Il Creato si ribella a chi vuole dominarlo, mentre è generoso con chi si impegna a custodirlo.
Siamo quindi destinati al diluvio universale?C'è uno passo fondamentale della Bibbia che ci racconta di un'altra città corrotta chiamata Ninive. Dio aveva deciso di scatenare contro di lei la Sua furia ma prima di farlo aveva mandato Giona ad avvertirla. Tra quaranta giorni Ninive sarà distrutta - gridava questo profeta - e gli abitanti di quella città si fermarono, si vestirono con un sacco e indissero un digiuno per tutti, cittadini e re. Dio non punì quella città corrotta perché si era ravveduta. A Parigi come a Roma, l'enciclica di Papa Francesco porta avanti l'ingrato compito di Giona. Avverte governanti e cittadini che la Creazione sta per ribellarsi in modo deciso contro chi pretende di dominarla e sfruttarla. Sta a noi decidere se continuare a correre verso la distruzione o se invece vestire il sacco di Francesco, il quale non a caso ha deciso di chiamarsi come il poverello d'Assisi e di rievocare le sue lodi alla Creazione.