È scontro aperto nel Movimento 5
Stelle sul sondaggio lanciato dal sito di Beppe Grillo per
espellere i deputati Paola Pinna e Massimo Artini, rei di non
aver restituito né rendicontato il proprio stipendio da
parlamentari come prevede il codice di comportamento
pentastellato: da un lato un nutrito gruppo di parlamentari che
difende a spada tratta i colleghi 'imputatì, dall'altro i falchi
che ritengono i due già fuori dal movimento.
E così, a pochi giorni dalle polemiche sul risultato elettorale
alle regionali, una nuova battaglia a 5 stelle si consuma
pubblicamente sui social dove i difensori di Artini e Pinna hanno
lanciato l'hashtag #Beppequestavoltanoncisto. Uno dei commenti
più duri all'iniziativa di Grillo è di Federico Pizzarotti:
"Spero che qualcuno riprenda lucidità e si fermi in tempo. Non ho
sacrificato parte della mia vita per vedere accadere tutto
questo", scrive il sindaco di Parma, su twitter. Per la deputata
Eleonora Bechis "il blog viola il regolamento" perché, come
ricorda un altro deputato - Samuele Segoni - in un lungo e
agguerrito post su facebook in cui parla di "esecuzione
sommaria", "il regolamento parla chiaro: per l'espulsone sono
previsti tre passaggi: 1) richiesta da parte di un gruppo di
parlamentari; 2) votazione dell'assemblea del gruppo
parlamentare; 3) ratifica della rete". Walter Rizzetto, Gessica
Rostellato, Tiziana Ciprini, Marco Baldessarre, Patrizia Terzoni
sono gli altri deputati che si fanno sentire a difesa di Artini e
Pinna.
I due si difendono anche in prima persona spiegando che i loro
rendiconti e i loro bonifici sono disponibili sui siti personali:
"Quanto apparso sul blog è falso. Per non parlare di quella che è
una vera e propria sospensione dello stato di diritto. Il
sondaggio sull'espulsione è una violazione delle regole perchè
non passa dall'assemblea, perchè si danno informazioni false e
perché c'è solo una versione", scrive Pinna su facebook facendo
sapere che oltre ad aver "versato la parte prevista dal codice di
comportamento al Fondo di garanzia per le PMI" ha dato "i
risparmi sui rimborsi forfetari di soggiorno a Roma alla
Caritas". Per Artini "è evidente che chi dovrebbe assumere,
esclusivamente, il ruolo di 'fornitore di servizi informaticì,
oggi si diletta a pronunciare editti privi di ogni fondamento e
irrispettosi della dignità di ogni singola persona, sia essa
attribuita a un cittadino o a un cittadino portavoce".
"Mi sono rotta la palle del buonismo", scrive su facebook Paola
Carinelli secondo la quale "da tempo queste due persone non sono
più del M5S. Altrove sarebbero state sbattute fuori con una
firma, da noi decidono gli iscritti". Vito Petrocelli, senatore
M5S, li definisce "turisti per caso": "Ce ne sono ancora tanti
tra gli eletti e tra i cosiddetti attivisti del M5S. La porta è
lì, pronta". E Laura Castelli ricorda che "sono mesi che ai 2
colleghi viene chiesto di restituire. Riunioni su riunioni con il
capogruppo. Niente...Beh...".