Il Movimento 5 Stelle va subito all’attacco e chiede le dimissioni dei ministri Federica Guidi e Maria Elena Boschi. «Ora si capisce il perché il Pd ed il governo tifano per l’astensione sul referendum delle trivelle che intacca gli interessi delle compagnie petrolifere», sottolineano i capigruppo alla Camera, Michele Dell’Orco, e al Senato, Nunzia Catalfo. I due, a sera, rilanciano il 'sì' al referendum e invitano ad andare a casa tutto il governo «fossile». Una nota dei parlamentari Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli rivendica, poi, di aver denunciato a sua tempo «l’emendamento marchetta in legge di stabilità 2015 per il progetto Tempa Rossa al centro dello scandalo». Anche a dimissioni della Guidi ottenute, il movimento non demorde. «Sono ammissione di colpa e prova del coinvolgimento della Boschi. Si dimetta immediatamente anche lei», insiste Alessandro Di Battista, deputato e componente del direttorio M5S. «Questo è lo scandalo più grande che riguarda il governo Renzi», rincara la dose. Ieri il movimento di Grillo ha incalzato Renzi anche su una vicenda di scontrini. «Il Tar di Firenze ci ha dato ragione. Avevamo portato in tribunale il Comune di Firenze perché il sindaco Nardella si rifiutava di consegnarci gli scontrini, le ricevute e i rimborsi delle spese di Matteo Renzi, risalenti a quando era sindaco», dice Luigi Di Maio. Sono ricevute «che coinvolgerebbero Renzi in uno scandalo così grande che 'Er Batman' Fiorito sembrerebbe un santo », prosegue il vicepresidente della Camera. «A questo punto perché, se Renzi non ha nulla da nascondere, non li pubblica direttamente lui?», conclude.