martedì 8 gennaio 2013
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Tutto in una notte. Monti, Fini e Casini si chiudono in una stanzetta di Montecitorio e cercano la quadra sull’operazione più difficile: il listone al Senato. Il professore non vuole "quote" da assegnare ai singoli partiti, vorrebbe ragionare «nome per nome e storia per storia». Il risultato è che la presentazione dei capolista slitta quantomeno a domani, per il nervosismo di tutte le parti. Perché ogni giorno di ritardo è un giorno in meno per raccogliere le firme, e soprattutto perché si ha la sensazione che Bersani, sfruttando le incertezze al centro, stia pescando i suoi jolly proprio tra personalità che sembravano vicinissime al premier uscente. Il caso più eclatante è quello di Giorgio Santini, numero due di Cisl, che sabato era dato tra gli assi portanti di "Con Monti per l’Italia", il rassemblement del professore.Trovare un equilibrio per Palazzo Madama è complesso. I seggi considerati sicuri sono per il momento una cinquantina. Ci devono entrare gli uomini di diretta fiducia di Monti, ancora top secret fatta eccezione per i ministri coinvolti, i fuoriusciti del Pd (Ichino, Ceccanti, Ranieri in testa), quelli del Pdl (Mauro, Cazzola, Frattini, Pisanu e Bertolini, che oggi incontreranno il professore), oltre ovviamente agli uomini che indicheranno Udc e Fli (che alla Camera hanno ottenuto invece di correre con il loro simbolo). E poi c’è la quota per Palazzo Madama che spetterebbe al movimento di Riccardi, Montezemolo e Olivero, anche loro intravisti alla Camera in tarda serata (il presidente Ferrari rappresentato dai massimi dirigenti di Italia futura). In serata spunta l’ipotesi di assegnare il 70 per cento dei seggi sicuri ai "montiani" (società civile più fuoriusciti Pdl e Pd) e il 30 a Casini-Fini.Altro punto di frizione è il pesante controllo delle liste presentate per la Camera da Udc e Fli. A fianco a tanti nomi il supercommissario (ieri dimessori dagli incarichi di governo) ha messo un chiaro bollino rosso. Ma Fini e Casini ritengono di aver già cavato il massimo dal processo di rinnovamento avviato nei loro partiti. E non vogliono tagliare altre teste. Sarebbe invece quasi ultimata la lista "Scelta civica" per la Camera, quella che più direttamente avrà l’impronta del premier. Mancano i "top player" che Monti sta cercando in prima persona. Anche qui riserbo massimo.Intanto pare che Monti non sarà presente - come da diverse parti ipotizzato - alla riunione del "forum di Todi" prevista giovedì a Roma. Anche se l’impegno non è stato ancora cancellato dall’agenda del professore. Un piccolo giallo. L’incontro tra le organizzazioni ecclesiali e del mondo del lavoro si terrebbe lo stesso ma a porte chiuse e senza premier, e forse a incontrare il professore saranno, più avanti, le sole sigle del sociale. In dubbio anche la presenza nelle liste di alcuni animatori del "forum" come Marino di Confcooperative e Guerrini, ex leader di Confartigianato "corteggiato" pure dall’Udc. Marco Iasevoli
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