In migliaia a Padova al corteo per ricordare le vittime della mafia (Ansa)
Migliaia di persone hanno preso parte al corteo organizzato a Padova e in molte altre città italiane da "Libera" e da "Avviso Pubblico". Manifestanti provenienti da tutta Italia, e tra questi moltissimi giovani, stanno hanno sfilato per le strade del centro storico di Padova con bandiere e striscioni. Gli organizzatori parlano di 50mila manifestanti solo a Padova. In testa al corteo i familiari delle vittime di mafia, con le loro foto in mano, don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera.
Dietro di loro il prefetto Renato Franceschelli, il sindaco Sergio Giordani, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho.
IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE MATTARELLA PER LA GIORNATA IN RICORDO DELLE VITTIME DI MAFIA
"Vogliamo liberare la società dalle mafie. È un traguardo doveroso e possibile, che richiede a tutti impegno, coerenza, piena coscienza delle nostre responsabilità di cittadini".
Lo scrive in un messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordando l'importanza della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che "porterà anche quest'anno, a Padova e in numerose altre città italiane, tante persone ad esprimere il bisogno di verità e giustizia".
DON CIOTTI: ALZIAMO LA VOCE CONTRO LE MAFIE
"C'è gente oggi che ha deciso di metterci la faccia e far capire da che parte sta. In questo momento nel nostro Paese dobbiamo alzare la voce mentre tanti scelgono un prudente silenzio". Così don Luigi Ciotti si è espresso prendendo parte alla manifestazione contro le mafie organizzata a Padova da Libera e Avviso Pubblico. "Le mafie sono presenti in tutto il territorio nazionale come dice il rapporto che è stato fatto dal Parlamento e si sono rese più flessibili e reticolate, sono loro - ha aggiunto il presidente di Libera - che fanno rete e crescono nelle alleanze. Soprattutto sono diventate imprenditori e imprenditrici e non possiamo dimenticare questa area grigia di commistione tra legale e illegale". "La mafia è un avversario difficile da scoprire ma dobbiamo essere riconoscenti al lavoro di magistratura e forze di polizia. Non dobbiamo lasciarli soli e la politica deve dare gli strumenti: ci vogliono leggi più forti e categoriche. Ci vuole una risposta di cittadini responsabili che si assumano la loro pare di responsabilità. La democrazia chiede a ciascuno di noi di fare la sua parte".
CAFIERO DE RAHO: LE MAFIE SI INFILTRANO NELLE IMPRESE IN CRISI MA LA POLITICA NON AIUTA
"Nel Nord e anche nel Veneto le mafie si infiltrano nel sistema delle imprese, approfittando di un momento di difficoltà come l'attuale. E c'è chi è disposto ad accettare le mafie, accettando i loro soldi. Il rischio che stiamo correndo e’ che le mafie finiscano per governare l’economia. Non capire questo è molto grave, è essere complici. Ma questo può provocare anche dei drammi. Quanti suicidi di imprenditori sono la conseguenza di questo sistema illegale". È la forte denuncia del procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, che ha partecipato a tutto il corteo di Padova. "Vorrei - è il suo appello - che gli imprenditori iniziassero a capire che iniziare a segnalare determinate situazioni anomale può consentire alla magistratura e alle forze dell’ordine di intervenire in tempo". Ma, avverte, "ci vorrebbe una maggiore vicinanza della politica e invece si abbassa l'asticella delle regole a presidio della legalità. Bastano tre parole in una legge e si torna idietro. C'è come una non sopportazione delle regole di legalità".
IL PATRIARCA MORAGLIA: DA PADOVA E DAL VENETO UNA RISPOSTA POTENTE ALLE MAFIE
"Da Padova e dal Veneto oggi è venuta una risposta potente e importante alle mafie". È il commento del Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, presente alla manifestazione, poco prima di leggere alcuni nomi del lungo elenco delle vittime innocenti delle mafie. "Le Chiese del Veneto - aggiunge - hanno dimostrato di essere molto attente. È stato un bel segnale per ora continuare l'opera. Ora bisogna portare questo messaggio nelle comunità". E in questo, sottolinea il Patriarca, "Libera e don Ciotti hanno colto come sia fondamentale l'educazione delle coscienze, partendo dai giovani, per farli sentire protagonisti, educarli al rispetto delle regole e alla giustizia sostanziale che è il diritto di conoscere. Come i familiari delle vittime di mafia che chiedono verità. Dalla verità - insiste Moraglia - una società si riconcilia con se stessa. Questa è una grande intuizione, dire ai giovani che abbiamo bisogno della verità".
LA DIOCESI DI PADOVA A FIANCO DI LIBERA: L'INTERVISTA AL VESCOVO CIPOLLA