Ecco in sintesi le proposte dei “saggi” sul lavoro e sulle condizioni sociali delle famiglie. In primo luogo, il gruppo di lavoro propone, per i prossimi mesi, di destinare qualunque sopravvenienza finanziaria all'emergenza lavoro e al sostegno delle persone e delle famiglie in grave difficoltà economica. Tra le priorità vanno rifinanziati gli ammortizzatori sociali in deroga e affrontata la grave questione dei cosiddetti "esodati". Si deve riconoscere un credito d'imposta ai lavoratori a bassa retribuzione (fra i quali è maggiore la quota di giovani), che si trasformi in sussidio monetario se eccede l'imposta dovuta. Favorire il lavoro femminile, potenziando, tra l'altro, il telelavoro e gli strumenti per migliorare la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura familiare. I saggi invitano a realizzare l'alternanza scuola - lavoro, anche per gli universitari. Vengono proposti modi per stabilizzare e ampliare l'agevolazione fiscale della «retribuzione di produttività». La relazione invita a definire il nuovo Isee (indicatore della situazione economica equivalente), già all'esame dalla Conferenza Stato-Regioni, da cui dipendono molti benefici e prestazioni sociali. Emanare i decreti attuativi del Casellario dell'assistenza già previsto dalla legge al fine di meglio identificare i destinatari degli interventi ed evitare distorsioni dovuta al cumulo delle prestazioni. Valutare le diverse ipotesi relative all'eventuale introduzione di un reddito minimo di inserimento, da inserire in un quadro complessivo di revisione dell'assistenza. Migliorare le relazioni industriali disciplinando la rappresentatività sindacale, la partecipazione dei lavoratori nell' impresa e favorendo sul piano fiscale l'azionariato dei lavoratori.Più nel dettaglio sul tema
sostegno alle famiglie, un passaggio centrale della relazione dei saggi in materia economica e sociale segnala che il sistema fiscale italiano ha addirittura dei «disincentivi» per la famiglia che vanno invece «eliminati». «Da tempo la famiglia italiana - scrivono i saggi - svolge una faticosa funzione di supplenza, al punto da essere considerata il principale “ammortizzatore sociale” del Paese. La crisi ha reso ancora più fragile la condizione delle famiglie, con effetti negativi anche sulla loro capacità di farsi carico di attività di assistenza sia all'interno delle reti familiari, sia verso l'esterno». «Va poi notato che, a seguito dell'allungamento della vita media e al calo della natalità - prosegue la relazione - l'Italia va incontro a squilibri crescenti di natura demografica. Inoltre, il problema della non autosufficienza è destinato a divenire ancora più rilevante». «In questo quadro, si segnala l'opportunità di ripensare l'attuale sistema fiscale - concludono i saggi - allo scopo, da una parte, di riequilibrare l'attuale dinamica demografica, tendendo almeno ad eliminare i disincentivi esistenti, di fatto, per i nuclei familiari».