La presentazione alla Camera. Da sx: Paolo Ciani e Giulio Marcon - Sbilanciamoci!
Un fisco equo e davvero progressivo, politiche industriali per il lavoro, tagli alle spese militari. Per avere così risorse da investire in istruzione, cultura, ambiente, transizione, sanità, politiche sociali. È la “controfinanziaria”, che gli esperti delle 54 organizzazioni del Terzo settore, dell’associazionismo, delle Ong - riuniti nella campagna Sbilanciamoci! 2025 - anche quest’anno hanno messo a punto per offrire alla politica proposte concrete su «come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente». Alla conferenza stampa di presentazione del Rapporto hanno partecipato parlamentari di Pd, M5s, Avs e Demos. Tra questi, i leader Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Paolo Ciani.
Sbilanciamoci! boccia il Ddl per il Bilancio dello Stato 2025-27 del Governo Meloni, attualmente in discussione alle Camere: «È una manovra economico-finanziaria modesta, di galleggiamento, iniqua socialmente e, dal punto di vista fiscale e ambientale, regressiva».
Per le organizzazioni della società civile dunque «è una legge di bilancio «sostanzialmente dedicata al rifinanziamento delle misure dello scorso anno – a partire dal taglio del cuneo fiscale – centrata sulle priorità della Difesa e dell’industria militare, collocata all’interno dei vincoli ristretti delle compatibilità finanziarie e del nuovo Patto di Stabilità». Una manovra che «non offre prospettive di sviluppo – il suo effetto sulla crescita è dello “zero virgola” – e non affronta i grandi problemi del Paese, le crescenti disuguaglianze e povertà, gli effetti del cambiamento climatico, la de-industrializzazione, il progressivo indebolimento del welfare e dei servizi pubblici».
L’alternativa? È nelle 102 proposte per una manovra complessiva di oltre 54 miliardi di euro, «a saldo zero e senza oneri per la spesa pubblica». Si parte col capitolo sul fisco: il Rapporto propone un’imposta progressiva sulle grandi ricchezze per chi detiene patrimoni superiori al milione di euro, una misura che da sola «vale 24 miliardi». Poi l'aumento della tassazione delle rendite finanziarie, la riduzione della franchigia per la tassa di successione e una tassa sulle transazioni finanziarie (con proventi per 2,5 miliardi). Tra le proposte, anche quella sulla progressività dell'Irpef sulle classi alte di reddito.
Per le politiche industriali, la “contromanovra” chiede l'istituzione di un'Agenzia nazionale per guidare i processi di transizione ecologica. Sul lavoro, il superamento del Jobs Act e la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, oltre a una misura strutturale di sostegno al reddito.
Alla voce «Istruzione e cultura» la finanziaria della società civile prevede 10 miliardi di investimento. Altri 9 miliardi vanno a potenziare il Servizio sanitario nazionale. Nel capitolo ambiente, compare anche la cancellazione del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina (più di un miliardo di euro solo nel 2025). Sul fronte delle migrazioni, la cancellazione del Protocollo Italia-Albania e dei Cpr (oltre 200 milioni di entrate).
Un altro taglio è sulle spese militari che «per il 2025 ha raggiunto la cifra record di 32 miliardi di euro, con un aumento del 12,4% rispetto al 2024, cioè più 3,5 miliardi. Sbilanciamoci! pensa a un taglio di 7,5 miliardi, per metà sull’acquisto di nuovi sistemi d’arma. Risparmi che andrebbero a finanziare la cooperazione allo sviluppo, i Corpi civili di pace, il Servizio civile, la riconversione a fini civili dell’industria militare. La contromanovra infine prevede progetti di recupero e riqualificazione ambientale (300 milioni), realizzazione di Comunità energetiche negli immobili pubblici e di edilizia residenziale pubblica (1 miliardo).