L'ultima vittima dell'anno si chiamava Ugo Panzanella, aveva 75 anni e faceva il meccanico. Dopo quaranta giorni di agonia, è morto il 30 dicembre nel reparto grandi ustiionati dell'ospedale di Cesena, dov'era ricoverato dal 4 novembre, quando una cisterna gli è esplosa in faccia. Il 2018 è stato un altro anno orribile per il mondo del lavoro. L'Osservatorio indipendente di Bologna, curato da più di dieci anni da Carlo Soricelli, ha contato 703 morti nei luoghi di lavoro e oltre 1.450 se si considerano anche le vittime in itinere, cioé coloro che hanno perso la vita in incidenti stradali lungo il tragitto casa-lavoro. Rispetto al 2017, si registra un aumento del 9,7% e del 9,4% dal 1° gennaio 2008, giorno dell'inaugurazione dell'Osservatorio, aperto per onorare la memoria dei sette lavoratori morti nel rogo della Thyssemkrupp di Torino.
«È scomparsa un'intera città»
«Da quando ho cominciato a catalogare tutti gli incidenti sul lavoro - racconta Soricelli - ho contato più di 15mila morti. È come se, in questi dieci anni, fosse scomparsa dalle carte geografiche una cittadina grande come Sasso Marconi. È impressionante notare come circa un terzo, il 27% per l'esattezza, delle vittime abbia dai 61 anni in su. Gli stranieri morti sul lavoro nel 2018 sono stati, invece, il 7,1% del totale, in calo rispetto al passato, ma comunque quasi sempre vittime di incidenti accaduti in contesti pericolosi, che gli italiani ormai da tempo rifiutano».
Trattore, killer implacabile
A livello di categorie, l'agricoltura si conferma tra le più a rischio, con il 33,3% dei morti complessivi. Di questi, 149 hanno perso la vita schiacciati dal trattore. «Anche quest'anno - lamenta Soricelli - nessuno ha fatto qualcosa per mettere fine a questa strage silenziosa nei campi. Lo chiediamo da un decennio a tutti i governi, ma evidentemente non c'è interesse a proteggere la vita di questi lavoratori».