sabato 8 giugno 2024
L'invito alla responsabilità dell’arcivescovo Moscone: votare è dovere cristiano. L'amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose nel 2019
L'arcivescovo Franco Moscone

L'arcivescovo Franco Moscone - .

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«Non andare a votare non è un atto di PROTESTA contro la cattiva politica, ma un atto di RESA ai poteri forti e alle mafie che continueranno a comprare voti a poco prezzo e imporre i loro candidati!».

Lo scrive, proprio con le maiuscole, padre Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Poche parole sulla home page dell’arcidiocesi foggiana, ma padre Franco lo ha detto già in diversi interventi nelle parrocchie, incontrando la gente e richiamando il dovere di partecipazione elettorale. L’ultima volta domenica scorsa al termine della processione cittadina del Corpus Domini.

«Il mio è un invito alla responsabilità. È dovere cristiano di testimonianza andare a votare. E poi non dovremo lamentarci se le cose non vanno bene. Facciamolo per il bene della nostra città». Il vescovo non è nuovo a interventi molto forti sul tema delle mafie e il 13 novembre 2023 ha guidato, assieme a don Luigi Ciotti, la grande manifestazione “ Liberiamo Manfredonia”. Promossa dall’arcidiocesi e da Libera, alla quale hanno partecipato 20mila persone.

«Quello che ho detto e scritto sul voto - ci spiega - è suffragato dai comportamenti storici su questo territorio. Qui gran parte dei voti sono sempre stati comprati e ovviamente più diminuisce la partecipazione al voto e meno costa comprare voti. E quindi chi li compra ha maggioranze più assicurate dal suo comprare i voti. Questa è matematica applicata alla società del territorio». Il 22 ottobre 2019 il Comune era stato sciolto per condizionamento mafioso, per gravissimi fatti tra i quali collegamenti di esponenti della maggioranza e dell’opposizione, con esponenti della mafia garganica, in particolare coi clan coinvolti nella strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017, quando venne ucciso il boss manfredoniano Mario Luciano Romito, suo cognato Matteo De Palma e due agricoltori, Aurelio e Luigi Luciani, colpiti perché testimoni dell’agguato.

Domenica nella città pugliese, quasi 54mila abitanti, si vota oltre che per le Europee anche per le comunali. Infatti il 27 ottobre 2023 il sindaco Gianni Rotice dopo appena 22 mesi dall’elezione, era stato sfiduciato da parte di alcuni consiglieri della sua stessa maggioranza, che avevano presentato le dimissioni assieme a quelli di opposizione. Un’interruzione traumatica di un’amministrazione arrivata dopo i due anni di commissariamento. In realtà già il 7 settembre 2023 un gruppo di 14 consiglieri, opposizione e parte della maggioranza, avevano presentato le dimissioni, facendo di fatto cadere il sindaco. Dopo appena due giorni due di loro le avevano ritirate. Ma due settimane dopo le avevano ripresentate. Un vero “balletto” che il vescovo criticò allora e anche oggi. «C’è tanta sfiducia. E la vicenda dell’ultima giunta non ha aiutato. È evidente che è caduta su scambi di favori e su suddivisione di torte del Pnrr. Così è cresciuta la non voglia di partecipazione. Purtroppo questo è molto negativo e ovviamente porterebbe a dar ragione a chi vuole fare per conto suo e vuole comandare e non governare, cosa molto diversa».

A tutto vantaggio degli interessi mafiosi. «Nello scioglimento per mafia si fa riferimento al voto di scambio. Nelle ultime elezioni c’erano voci che al ballottaggio ci fossero state compere di voti. Ma per ora non c’è stato nessun intervento anche se leggiamo sui giornali locali che ci sarebbero indagini della magistratura in corso. Ma che questo sia un territorio dove i voti sono sempre stati comprati credo sia sicuro. Per questo, insisto, dobbiamo andare a votare».

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