Didattica digitale ai tempi del coronavirus - Ansa
Parte da un piccolo gruppo di scuole, la “resistenza” del sistema dell'istruzione all'aggressione del coronavirus. Sono le 27 Scuole Polo del Movimento delle Avanguardie educative dell'Indire, l'Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa (al quale aderiscono più di mille scuole di tutta Italia), che hanno sottoscritto il “Manifesto della scuola che non si ferma”.
Sei parole chiave
Sono sei gli «assi portanti» del documento, ai quali corrispondono altrettante piste di lavoro: crescita, innovazione, responsabilità, sistema, rete e comunità. «Le scuole del Movimento - si legge in un comunicato - credono in una scuola che si rinnova e non si ferma, anche in condizioni di emergenza, facendo leva sulla forza della condivisione delle idee e del supporto tra scuole». Alla base dell'iniziativa, sottolineano le scuole promotrici, «c'è l'idea di fare comunità: docenti, dirigenti, personale della scuola, famiglie e studenti, insieme per affrontare l'emergenza che potrà migliorare e far crescere la scuola in Italia».
«Crescere sani, responsabili e competenti»
Anche in tempi difficili come questi, la scuola non deve mai dimenticare di essere «il luogo in cui crescere sani, responsabili e competenti». Una sfida da affrontare tutti insieme e uniti, ragazzi e adulti. Per dare «risposte precise» alle famiglie e agli studenti.
«Vogliamo dare il massimo»
«Vogliamo esserci e dare il massimo», è l'impegno dichiarato dalle 27 scuole “pioniere”, per «costruire occasioni di crescita basate su sei parole chiave irrinunciabili, dimostrazione dei valori e della cultura educativa che ci muovono. Vogliamo ribadire con forza che la scuola non si ferma e che deve agire come comunità educante. Come sistema».