Un anno e mezzo vissuto tra successi
politici (come nel caso del primo sì alle riforme) e alcune
delusioni (lo stallo della nuova legge elettorale). Queste le
tappe salienti del secondo mandato di Giorgio Napolitano.
LA RIELEZIONE Dopo l'impasse del Parlamento nella scelta
del suo successore (con la bocciatura di Franco Marini e Romano
Prodi), Giorgio Napolitano viene praticamente implorato di
restare per un secondo mandato. E rieletto il 20 aprile 2013 da
un ampio schieramento con 738 voti. Napolitano diviene il primo
presidente, nella storia dell'Italia repubblicana, ad essere
eletto per un secondo mandato.
Nel suo discorso di insediamento striglia i partiti e punta
l'indice contro i loro "tatticismi" che hanno portato il
confronto tra le forze politiche a "esiti minimalistici".
GOVERNO LETTA Dopo la rielezione, Napolitano supera lo stallo
prodotto dal risultato delle elezioni politiche (che assegna la
maggioranza al centrosinistra solo alla Camera) dando vita al
governo di larghe intese guidato da Enrico Letta. L'incarico
viene dato il 24 aprile, con la motivazione che "la sola
prospettiva possibile è quella di una larga convergenza".
LA QUERELLE SULLA GRAZIA A BERLUSCONI L'argomento tiene banco
nella seconda parte del 2013, dopo la condanna definitiva di
Berlusconi per frode fiscale. Il Quirinale spiega che è
necessaria una richiesta formale da parte di Berlusconi, che
però non intende presentarla. Di conseguenza a novembre il Colle
fa sapere che non ci sono le condizioni per concederla.
MESSAGGIO SULLE CARCERI Nell'ottobre del 2013 Napolitano
invia un messaggio al Parlamento in cui chiede di risolvere
l'emergenza carceri anche pensando a provvedimenti di clemenza.
GOVERNO RENZI L'incarico di formare un nuovo governo è stato
affidato dal presidente Giorgio Napolitano a Matteo Renzi il 17
febbraio 2014 dopo le dimissioni di Enrico Letta, di fatto
sfiduciato dalla direzione nazionale del Pd.
IL SÌ DELLA CAMERA ALLA NUOVA LEGGE ELETTORALE Il pressing
di Napolitano sulle riforme coglie un primo successo il 12 marzo
del 2014 quando la Camera approva in prima lettura la nuova
legge elettorale, l'Italicum, che però da allora è bloccata in
Parlamento.
E QUELLO DEL SENATO AL DDL BOSCHI Altro risultato positivo
degli sforzi di Napolitano il primo sì del Senato l'8 agosto al
ddl Boschi, che cambia la Costituzione e abolisce il
bicameralismo perfetto.
LA DEPOSIZIONE AL COLLE NEL PROCESSO STATO-MAFIA Il 28
ottobre scorso Napolitano è chiamato a testimoniare nel processo
sulla presunta trattativa Stato-Mafia. Arrivano al Quirinale
giudici, pm e avvocati degli imputati (tra i quali quello di
Totò Riina). Un momento che Napolitano non avrebbe voluto
vivere. Comunque risponde a tutte le domande e conferma che
allora si ipotizzava che la mafia, con le stragi dei primi anni
'90 tentò di ricattare lo Stato.