giovedì 8 giugno 2023
Accesso negato per gli under 13, col consenso dei genitori tra i 13 e i 15. Calenda: «Fenomeno dalle conseguenze disastrose, le famiglie non possono essere lasciate sole»
Calenda: «Niente social per i minori di 13 anni»

ANSA

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Vietare ai ragazzini sotto i 13 anni l'accesso ai social. E, soprattutto, rendere effettivo tale divieto, che sulla carta già esiste (per gli under 14), ma di fatto è privo di controlli. È il cuore della proposta di legge dei parlamentari di Azione e Iv presentata in una conferenza stampa a Montecitorio da Carlo Calenda, Matteo Richetti, Elena Bonetti, Giulia Pastorella e Mara Carfagna.
«Circa 100mila giovani tra gli 11-17 anni soffrono di dipendenza dai social - ha spiegato Calenda -, un fenomeno che comporta conseguenze disastrose per il loro benessere psicofisico. Le famiglie sono lasciate sole in una situazione di Far West». «Siamo in una situazione paradossale - ha convenuto Carfagna - perché i danni agli adolescenti sono documentati da studi scientifici, sappiamo tutto ma non interveniamo».

La proposta - che ricalca una legge approvata dall’Assemblea nazionale in Francia il 2 marzo scorso - innalza l'età per esprimere il consenso al trattamento dei dati per l'accesso ai social da 14 ai 15 anni. Ai minori di 13 anni vi è il divieto assoluto, mentre tra i 13 e i 15 l'accesso è consentito solo con il consenso dei genitori. Ma la parte più interessante è il modo con cui rendere effettivo questo limite: attraverso un processo di certificazione dell’età, ma senza consegnare i dati personali alle piattaforme. L’utente che intenda registrarsi su un social verrebbe subito rimandato a un servizio di identità digitale (come la carta d’identità elettronica lo Spid): il social riceverà quindi conferma del requisito anagrafico e consentirà o meno la registrazione. Sarebbe così fatta salva la possibilità di aprire profili online in forma anonima. Le sanzioni per i social che non rispettano le norme sono quelle previste dal regolamento europeo sulla protezione dei dati, fino al 4% del fatturato.

La sensibilità di Calenda per il tema è cosa nota. «Per i nostri figli io e mia moglie portiamo avanti una “educazione siberiana” - aveva dichiarato con ironia, anni fa -: niente smartphone, social e giochi elettronici».

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