giovedì 13 febbraio 2025
Il cantautore in una affollata concattedrale di San Siro a Sanremo commuove con uno straordinario incontro-testimonianza dove attraverso le sue canzoni ha raccontato il proprio cammino interiore
Simone Cristicchi nella concattedrale di San Siro a Sanremo

Simone Cristicchi nella concattedrale di San Siro a Sanremo - Angela Calvini

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Quando Simone Cristicchi e Amara intonano a cappella i versi del Samo 51 in aramaico, «la lingua di Gesù» precisa il cantautore, sulle note de L’ombra della luce di Franco Battiato sull’altare della concattedrale di San Siro a Sanremo alla sola luce delle candele, il tempo resta sospeso ed il Gesù ligneo della scuola del Maragliano che li sovrasta sembra abbracciare tutti i presenti.

E’ una standing ovation di parrocchiani, suore e sacerdoti, addetti ai lavori del Festival, appassionati di musica sacra e di musica pop, credenti e non credenti. Circa 700 persone affollavano ieri le navate in purissimo stile romanico della concattedrale di San Siro e qualche centinaio si affollava fuori in piazza San Siro dove il concerto era trasmesso con un altoparlante.

Una vetta di qualità altissima, non solo musicale ma soprattutto spirituale, nell’atmosfera delirante del Festival di Sanremo offerta dalla Diocesi, un momento di riflessione e bellezza attraverso la musica, organizzato da Dueffel Music, Diocesi Ventimiglia- Sanremo, Servizio Pastorale giovanile, Parrocchia di San Siro.

L’idea di questo eccezionale momento musicale è stata dello che stesso Cristicchi aveva annunciato orgoglioso in sala stampa all’Ariston che nel pomeriggio di giovedì presso la Concattedrale di San Siro, sarebbe stato il protagonista dell’evento Dalle tenebre alla luce, un incontro-testimonianza dove attraverso le sue canzoni l’artista ha raccontato il proprio cammino di ricerca interiore, tra fede, arte e spiritualità. Ad accompagnarlo lo splendido Coro PhilHarmonia Sanremo diretto dal maestro Giulio Magnanini con il grande arrangiatore Valter Sivilotti all’organo. L’omonimo album Dalle tenebre alla luce, «è la lettera che scrivo a Dio, o a questa entità che tutto sovrintende» aggiunge Cristicchi, esce oggi contenente il successo Quando sarai piccola in gara al Festival.

Il vescovo di Sanremo-Ventimiglia monsignor Antonio Suetta ha accolto la proposta del cantautore perché, dice agli astanti «questo momento lo vedo come un abbraccio. Siamo qui per un dono che ha voluto farci Simone, che voleva condividere in chiesa attraverso i suoi brani vuole qualcosa della sua vita, del suo cammino spirituale e della sua riflessine. E’ un evento che per noi rappresenta un unicum. Questo non è un luogo prestato a un concerto, è una testimonianza in un luogo adatto».

Il valore profondo della musica come veicolo di significato, emozione e trascendenza avvolge le navate. Sull’altare Simone Cristicchi alla chitarra acustica, dietro d lui i 55 elementi del coro che elevano ancora di più brani toccanti come Ti regalerò una rosa e Abbi cura di me, alternati a monologhi tratti dai suoi spettacoli. «La musica nasce come strumento liturgico - ha detto - e attraverso le sue frequenze può far vibrare le nostre anime». Lo raggiunge Amara che poi canta insieme al pubblico che affolla la chiesa Che sia benedetta, l’inno alla vita da lei scritto per Fiorella Mannoia. Cori, commozione e standing ovation.

La necessità di dare un peso alle parole in Cerco una parola, l’elogio della semplicità nella francescana Lo chiederemo agli alberi, la fatica e la forza di chi sa perdonare in Le poche cose che contano. Poesia, musica e riflessioni sono perfettamente integrate con misura all’interno del luogo sacro. Tantoché la chiusura perfetta non poteva che essere la recita del Padre Nostro, Cristicchi compreso, guidati dal vescovo Suetta. Come dice il Papa «la musica ha il potere di aprire il cuore di tutti». E Cristicchi lo ha dimostrato dentro e fuori il palco dell’Ariston.

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