Il via libera di Fi al nuovo Italicum
viene dato per assodato da parte del governo. Ma Silvio
Berlusconi, stretto tra la fronda di Raffaele Fitto e gli
ultimatum di Matteo Renzi, prende tempo. Se le trattative tra i mediatori vanno avanti, la telefonata tra il premier e l'ex Cavaliere, almeno fino a ieri sera,
non ci sarebbe stata. Temporeggiamenti che non cambiano la
tabella di marcia del leader Pd che ribadisce il suo ultimatum. "Noi siamo pronti, basta rinvii: martedì incardiniamo la riforma e a dicembre voglio l'ok
dell'aula", incalza, confermando il vertice di
maggioranza di stasera che sarà di fatto un altro strumento di pressione su Berlusconi. Tutti al governo, da Graziano Delrio a Maria
Elena Boschi, negano che la partita del Colle sia oggetto del
patto del Nazareno che, sostiene il sottosegretario, "riguarda
solo le riforme". Ma, anche se non detto, la trattativa che
verrà sul successore di Giorgio Napolitano pesa eccome sulla
scelta di Silvio Berlusconi, non disposto a restare fuori dai
giochi. "Noi non vogliamo rompere il patto - assicura Berlusconi
- anche se tutta questa fretta di Renzi indica la volontà di
andare a votare presto" . L'ex premier non
scioglie la riserva come chiesto dal premier. Per orgoglio
personale e per non offrire un nuovo destro alle accuse di Fitto
di essere una costola del governo. Berlusconi riunirà ad
Arcore, per il consueto pranzo del lunedì, i figli e i vertici
Mediaset, favorevoli a mantenere in vita il patto del Nazareno.
E forse martedì vedrà i big del partito per motivare l'ok alle
modifiche all'Italicum e spiegare perchè Fi non può essere
tagliata fuori. Difficoltà che non scalfiscono Matteo Renzi.
Il premier resta convinto che in un modo o nell'altro si potrà
far marciare spedita la riforma elettorale in Parlamento.
"Possiamo tradurre l'accordo nell'ultimo sprint", dice ai suoi.
E pur non volendo in alcun modo anticipare lo scenario di un
avvicendamento al Colle, è chiaro che il premier vorrebbe
incassare la riforma elettorale prima di aprire le danze della
successione di Napolitano. Il rischio, spiegano nella
maggioranza, "è che troppa carne al fuoco crei un corto circuito
di difficile gestione". Proprio per non anticipare scenari
futuri, il premier ribadisce con i suoi che "noi andiamo
avanti con le riforme, con urgenza e determinazione sapendo che
l'orizzonte del governo è quello dei mille giorni, del 2018".
In attesa che Berlusconi decida, stasera il premier riunirà in
serata a Palazzo Chigi gli alleati della maggioranza di governo.
L'obiettivo è continuare a tenere dentro il perimetro del Patto
del Nazareno Ncd e Sc, magari con una trattativa che conceda ad
Alfano le preferenze ma alzi, come chiesto dal Cavaliere, la
soglia di sbarramento. Una quadratura certo non facile. "Una
soglia alta escluderebbe dal parlamento milioni di voti degli
italiani, sarebbe una forzatura eccessiva", chiarisce il
capogruppo Ncd Nunzia De Girolamo in vista del summit.