A fare il punto sulle malattie infettive sono quasi mille infettivologi provenienti dall’Italia e dal mondo per il XII Congresso nazionale della Simit (Società italiana di Malattie infettive e tropicali), che da domani, per quattro giorni, si ritrovano a Milano. Lo spunto è la celebrazione del decennale della morte di Carlo Urbani, il medico italiano che nel 2003, ad Hanoi, isolò il virus della Sars, intuì immediatamente che si trattava di qualcosa di nuovo e sconosciuto, allertò la comunità scientifica internazionale e organizzò le strategie per fermare il contagio, che in pochi giorni si era diffuso in 26 Paesi del mondo.
Era il 28 febbraio del 2003 quando, per la prima volta, lo chiamarono nell’ospedale di Hanoi per far fronte al misterioso virus che nel frattempo aveva infettato medici e infermieri e gettato nel panico l’Oriente; era il 29 marzo quando Carlo Urbani, a 47 anni, moriva, unica vittima italiana della Sars, dopo aver vinto la sua battaglia per la salvezza dell’umanità. «Non sapremo mai quanti milioni di persone ha salvato dando la sua vita – testimoniò dieci anni fa il segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan –. Il mondo lo ricorderà come un eroe nel senso più vero del termine». «Ha interpretato la professione medica come servizio – disse Papa Wojtyla – ed è vissuto, e morto, animato da spirito missionario, avendo speso l’intera vita per lenire il dolore dei fratelli». «Incoraggio a fare tesoro del suo esempio», commenta Papa Francesco nel decennale della sua morte, sottolineando «tutto il bene che il compianto medico ha compiuto al servizio dei malati, specialmente più poveri e svantaggiati».
Domani, alle 19.15, nell’Aula magna dell’Università Statale, il ricordo di Carlo Urbani in parole, musica e immagini sarà affidato alle grandi voci di Antonella Ruggiero e Ugo Pagliai, mentre la giovane moglie, i tre figli, gli amici e i pazienti del medico racconteranno episodi della sua vita (aperto al pubblico fino a esaurimento posti). Di altri due anniversari si occuperà poi il congresso della Simit: i 30 anni dalla scoperta dell’Aids e i 70 dall’isolamento della streptomicina, l’antibiotico che per primo fu usato nella cura della tubercolosi.