La guardia di Finanza di Ancona ha sequestrato beni per 700mila euro a un imprenditore agricolo, 45enne e di origine pachistana, indagato per caporalato. Sono stati sequestrati due immobili: un casale con annesso magazzino, per un totale di oltre 500 metri quadrati, e un altro con tre appartamenti, di circa 175 metri quadrati, oltre a due terreni agricoli della superficie complessiva di tre ettari, tutti nella provincia di Macerata. Dalle indagini è emerso che il 45enne avesse impiegato nei campi a Montelupone e Recanati numerosi lavoratori di origine straniera come braccianti agricoli per dodici ore al giorno, alcuni dei quali richiedenti asilo politico e in possesso di permesso di soggiorno provvisorio. I lavoratori non sarebbero stati pagati in modo adeguato e non potevano riposare settimanalmente.
A seguito della situazione rilevata e delle irregolarità riscontrate sugli obblighi di tenuta del libro unico del lavoro e alle violazioni delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, la procura di Macerata ha chiesto e ottenuto la misura del controllo giudiziario dell'azienda agricola riconducibile all'imprenditore, nominando un amministratore giudiziario. Inoltre, i militari hanno rilevato che l'umo aveva acquisito un cospicuo patrimonio immobiliare, in parte intestato al coniuge, risultato sproporzionato rispetto alla posizione reddituale dichiarata e, per questo, sequestrato.