mercoledì 14 agosto 2024
Liberati dallo sfruttamento 50 lavoratori. Deferite all'autorità giudiziaria 486 persone. Sanzioni per 4,9 milioni di euro. Sequestrati tre furgoni per il trasporto dei braccianti
Controlli dei Carabinieri contro il caporalato

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Quasi mille aziende controllate, di cui oltre la metà è risultata irregolare. È quanto è emerso da una campagna strutturata di contrasto al caporalato condotta dai Carabinieri su tutto il territorio nazionale dal primo al 10 agosto con la costituzione di squadre ispettive composte da carabinieri dei reparti territoriali (Stazioni, Tenenze e Compagnie) e personale specializzato del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro.

Le attività ispettive sono state precedute da una meticolosa consultazione e attenta analisi dei dati presenti nelle banche dati a disposizione dell'Arma, al fine di individuare le aziende potenzialmente a rischio. Al termine sono state controllate 958 aziende, di cui 507 sono risultate irregolari (52,92%). Nel corso delle ispezioni si è provveduto a verificare 4.960 posizioni lavorative, di cui 1.268 sono risultate irregolari (di queste, 346 erano lavoratori "in nero"); tra i lavoratori controllati, 2314 erano lavoratori extracomunitari, di cui 213 risultavano impiegati "in nero", e 29 i minori, di cui nove impiegati "in nero". Sono stati elevati 145 provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale (il 15,13% delle 958 aziende ispezionate), di cui 75 per "lavoro nero", 41 per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e, in 29 casi, per entrambe le ipotesi; inoltre, sono stati irrogati 144 provvedimenti di diffida ed elevate 848 prescrizioni amministrative ai sensi del decreto legislativo 758/1994.

Per quanto concerne il contrasto alle condotte penalmente rilevanti, sono state deferite in stato di libertà all'autorità giudiziaria complessivamente 486 persone, responsabili di violazioni del Testo Unico sull'immigrazione, della normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e di altre fattispecie penali. Di queste 486 persone, 19 sono state deferite in stato di libertà per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il cosiddetto "caporalato" (art. 603 bis del Codice penale), accertando le condotte delittuose nelle provincie di Torino, Brescia, Mantova, Verona, Piacenza, Ascoli Piceno, Perugia, Rieti, Roma, Teramo, Pescara, Caltanissetta, Siracusa e Nuoro; in conseguenza di ciò, sono stati liberati dallo sfruttamento 50 lavoratori. Infine, sono state elevate sanzioni e ammende per oltre 4,9 milioni di euro e sequestrati tre furgoni per il trasporto di braccianti agricoli nei campi.

«Non va in vacanza l'attenzione per sicurezza e legalità. Le operazioni di contrasto al lavoro irregolare e al caporalato in agricoltura hanno tra i primi obiettivi la prevenzione del fenomeno». Così la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone commentando i risultati dell'operazione condotta dalla Benemerita. «Vogliamo anche in questo modo - continua la ministra - sostenere le molte aziende del settore agricolo che agiscono nel rispetto delle regole e si trovano ad operare nello stesso mercato di chi lucra diminuendo compensi e tutele. La campagna ispettiva condotta dai Carabinieri dei reparti territoriali e dal personale specializzato del Comando Carabinieri per la Tutela del lavoro nei primi dieci giorni di agosto conferma l'efficacia di un'azione che, partendo dall'analisi dei dati, si orienta verso aziende potenzialmente a rischio e fa lavorare in modo sinergico enti, uomini e strumenti».

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