Immigrati nei campi - Ansa
Un tavolo per affrontare la piaga del caporalato e dello sfruttamento degli immigrati nei campi. Il ministero del Lavoro sta «studiando degli interventi ad hoc che consentano di mettere in protezione» le vittime del caporalato. Lo ha annunciato la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone al termine del tavolo che si è svolto ieri. « Lo schema di lavoro – ha spiegato la ministra – è quello adottato per mettere in protezione le donne vittime di violenza attraverso l’assegno di inclusione». «Su questo fronte – ha aggiunto Calderone – ci stiamo muovendo. Stiamo facendo le verifiche di compatibilità, ma riteniamo che questa possa essere una delle opportunità di utilizzare in modo proprio degli strumenti che nascono per sostenere chi è in una condizione di fragilità». Per la ministra poi, concedere il permesso di soggiorno temporaneo a chi denuncia i caporali, come chiede Coldiretti, «è sicuramente uno dei nostri ragionamenti».
Intanto Arturo Scotto, capogruppo Pd in Commissione Lavoro alla Camera ha chiesto «da tempo che si apra una stagione di lotta al caporalato seria, al di là degli slogan del governo. Noi proponiamo di superare la legge Bossi-Fini che produce clandestinità e vere e proprie forme di schiavismo. Senza una svolta netta avremo altri Satnam Singh».
«Se veramente vogliamo valorizzare la parte sana della nostra agricoltura e debellare le irregolarità – ha affermato il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota – serve un approccio sistemico. Restiamo convinti che serva un cronoprogramma per realizzare con tempi certi una strategia complessiva. E da questo punto di vista è positivo l’annuncio di un nuovo incontro nei primi di settembre. Per noi rimane prioritaria comunque anche una revisione delle concessioni dei permessi di soggiorno, visti i tanti lavoratori stranieri che diventano irregolari sul nostro territorio mentre le imprese lamentano la mancanza di manodopera».
Per la Flai Cgil, invece, «le risorse economiche attualmente a disposizione sono insufficienti e non strutturali: per la cassa integrazione per gli operai agricoli ci sono solo due milioni di euro, finanziamento che si chiude a fine 2024; non c’è un reale incremento del personale da destinare alle ispezioni; non è stato ancora illustrato il reale funzionamento del sistema informativo e dell’incrocio delle banche dati per far emergere il sommerso».
La posizione della Coldiretti è stata portata dal presidente nazionale Ettore Prandini: « Per sconfiggere il caporalato occorre potenziare la rete del lavoro agricolo di qualità, eliminare gli spazi di manovra concessi a chi lucra sul lavoro nero dall'attuale disciplina sull'ingresso degli extracomunitari in Italia e legare i contributi europei al rispetto dei diritti degli occupati in agricoltura».