Ci sono 800mila persone, se non di
più, pronte a partire dall'Africa verso l'Europa. Lo ha detto il
direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle
frontiere, Giovanni Pinto, ascoltato in audizione dalle
commissioni Difesa ed Esteri riunite del Senato.
Il sistema di accoglienza per i migranti è al collasso, non abbiamo più luoghi dove portarli e le popolazioni locali sono indispettite dal continuo arrivo di stranieri". Lo ha detto il direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere, Giovanni Pinto, in audizione dalle commissioni Difesa ed Esteri riunite del Senato."
Attraverso la Libia - ha spiegato
Pinto - giunge l'universo mondo. In quel Paese c'è la percezione
di assoluta mancanza di controllo e rischiamo in prospettiva di
vedere aumentare sensibilmente il numero di clandestini. In
Libia non c'è un primo ministro, non c'è alcuna compagine
governativa, non ci sono ministri. Ci sono clan, due in questo
momento, che hanno il controllo: uno di area moderata, l'altro
estremista supportato dal Qatar. I rappresentanti nominati
dell'Assemblea sono alle dipendenze delle tribù che controllano
il territorio".
"Non abbiamo di fronte - ha lamentato il dirigente del
Viminale - un governo col quale instaurare una dialettica,
mancano interlocutori, possiamo dare tutti gli aiuti che
vogliono, ma poi potrebbero essere usati in maniera negativa,
non per le finalità stabilite". Dopo
la tragedia del 3 ottobre a
Lampedusa, ha ricordato Pinto, "non abbiano più morti e questo è
un dato oggettivo. Meglio gli arrivati che i morti, anche se un
così massiccio arrivo di persone crea problemi. Mare Nostrum ha
svolto un'operazione di drenaggio delle partenze, raccogliendo
finora 23mila persone ".
Gli interventi di soccorso, ha proseguito il dirigente del
Viminale, "si svolgono a 30-40 miglia dalle coste libiche, le
organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di uomini lo
sanno e ricorrono a natanti di qualità sempre peggiore, gommoni
artigianali fatti in casa e barconi fatiscenti. Il prezzo del
viaggio si è abbassato rapidamente. Non hanno bisogno di mettere
eccessivo carburante e cibo perché sanno che la percorrenza
massima sarà di 10-12 ore e le organizzazioni stanno lucrando
ingenti somme da questo traffico".
Secondo Pinto, serve "una exit strategy da Mare Nostrum.
Bisogna ripensare l'organizzazione del pattugliamento in mare".
Il dirigente ha quindi fornito alcuni numeri sui costi
sostenuti dall'Italia: nove milioni e mezzo di euro al mese per
il pattugliamento; due milioni e mezzo di euro sono stati spesi
per gli oltre 50 voli interni di trasferimento dei migranti
dalla Sicilia ad altre località; 1,2 milioni di euro per i 30
voli di rimpatrio. "La Commissione europea - ha sottolineato -
deve mettersi le mani in tasca e dare risorse""Il Viminale sta pensando ad un
piano
di accoglienza per 50 mila migranti, perchè i 16 mila posti
dello Sprar (il sistema di protezione per richiedenti asilo e
rifugiati) non sono sufficienti" ha annunciato Pinto.