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Per l’ordine pubblico, quest’avvio di autunno si conferma rovente. È atteso oggi a Roma, alle 17, un altro sit-in non autorizzato. Lo ha annunciato il collettivo universitario Zaum e dovrebbe partire dalla stazione della metro B Laurentina. Sulla locandina diffusa nei social, c’è scritto «Sabotiamo il genocidio» e «disertiamo la guerra e chi ne guadagna». La contestazione punta all’evento Cybertech Europe, presso il centro congressi La Nuvola, dove sono attesi fra gli altri il Ceo di Leonardo, Roberto Cingolani e - secondo gli attivisti - «tre rappresentanti dell’impresa israeliana». Alla protesta potrebbero partecipare altre sigle che hanno animato il corteo pro Palestina di sabato (dai Giovani palestinesi ai collettivi della Sapienza). E la Questura sta rafforzando le misure preventive nell’area indicata. Anche il prossimo fine settimana potrebbe scaldarsi: venerdì ci sono i Fridays for future e sabato due eventi, il raduno «Un'altra scuola è possibile» e una manifestazione, stavolta autorizzata, pro Palestina. Poi, sabato 19 ottobre, nella Capitale è prevista un’iniziativa nazionale dei sindacati sul pubblico impiego, col rischio (sempre latente, ma valutato dagli investigatori) che facinorosi si infiltrino nel corteo.
L'unico fermato per gli scontri di sabato: non ho aggredito nessuno
Ieri intanto, il Tribunale di Roma - a fronte di una richiesta di detenzione in carcere della procura - ha convalidato l’arresto ai domiciliari per il 24 marchigiano Tiziano Lovisolo, fermato sabato nel corso degli scontri avvenuti in Piazzale Ostiense, con le accuse di lesioni gravi e resistenza a pubblico ufficiale. Una cinquantina di manifestanti ha stazionato davanti al tribunale, scandendo slogan come «Tutti liberi». Il 24enne si è difeso dagli addebiti: «Quando la situazione degenerava - ha detto - ho tentato di uscire dalla manifestazione ma i varchi erano chiusi - ha detto -. Mi sono trovato nei tafferugli, sono stato malmenato dalle forze dell’ordine ma non ho aggredito nessuno». Versione sostenuta, su Radio Onda d’Urto, dalla giovane Yasmine, che era con lui: «Si tratta di un mio amico, eravamo lì pacificamente, quando sono scoppiati i disordini cercava di tenermi lontano, non sarebbe mai andato contro la polizia - ha dichiarato -, è stato preso come un capro espiatorio». Il processo è stato aggiornato al 14 novembre. Finora il 24enne è l’unico arrestato, rispetto a una manifestazione con circa 8mila persone, iniziata pacificamente e degenerata in scontri quando alcuni soggetti con cappucci neri hanno scagliato pietre contro i blindati della Polizia, che ha risposto con una serie di cariche. Per il prefetto della Capitale Lamberto Giannini, «c’è stata una aggressione predatoria alle forze di polizia, un attacco ingiustificabile, evidentemente preordinato». I feriti, fra le forze dell’ordine, sono una trentina: fra loro, un funzionario ha riportato la frattura del bacino. A tutti, arriva la solidarietà delle organizzazioni sindacali di Polizia, dal Coisp al Silp, all’Afnp.
Azioni e incidenti in altre città, da Bolzano a Torino
In altre città, intanto, si segnalano nuove azioni. A Bolzano, una lettera lasciata sul posto ha rivendicato l’imbrattamento con vernice rossa della scalinata del Consiglio provinciale, avvenuto la notte scorsa, con l’intento di evocare il «sangue versato a Gaza e in Palestina». E a Torino la Digos sta identificando alcuni presunti antagonisti, militanti del centro sociale Askatasuna, sospettati di aver partecipato sia ai disordini dell’altra notte durante lo sgombero del presidio No Tav di San Giuliano di Susa che agli scontri di sabato a Roma. Alcuni di loro hanno ricevuto il foglio di via dalla Questura romana dopo esser stati individuati durante gli incidenti in Piazzale Ostiense. Le indagini hanno inoltre accertato che, nei disordini nel Torinese, oltre a bombe carta, chiodi e bombolette di gas gettate dentro le fiamme dalle barricate, sono stati sparati razzi con “tubi di lancio”, una sorta di mortai artigianali già usati in Val di Susa in passato.
Il Viminale: nel 2024 già autorizzate 9.500 manifestazioni
Nel 2024 il Viminale, fa sapere il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, ha autorizzato 9.500 manifestazioni, rispetto alle 8mila dello stesso periodo del 2023. Ma l'esercizio di questo diritto deve compiersi in un perimetro di legalità, senza atti di guerriglia urbana». Ma la Cgil lamenta che «vietare di manifestare, come hanno fatto le questure su indicazione del Governo il 5 ottobre, vuol dire calpestare diritti costituzionali e dare spazio di azione ed enorme visibilità a frange violente».