martedì 10 settembre 2019
Tra domani e giovedì si chiude la partita dei sottosegretari. Dalla Regione Lazio promossi Manzella e Bonaccorsi
Il premier «di lotta» incalza i 5s: ora un'alleanza organica col Pd
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C’era il Giuseppe Conte del primo governo, e c’è quello che chiede la fiducia a Pd e M5s. E c’è il Conte che replica alla sua nuova opposizione, dove la Lega è la forza più ostica, aggressiva e lontana dal nuovo corso. Il premier risponde con veemenza e puntiglio, determinato a marcare le distanze dal vecchio alleato, a sottolinearne le differenze a beneficio dei pentastellati. Di quelli che ancora non sono convinti del nuovo corso con il Pd. Perché il presidente del Consiglio è certo che stavolta le cose possono andare bene, se dem e M5s non si metteranno a competere tra loro (come fecero i giallo-verdi) e se sul programma si riuscirà a costruire un rapporto organico. Tanto organico da spingere i due partiti di governo a presentarsi insieme alle prossime regionali.

Che il vento sia cambiato appare indubbio a Dario Franceschini, sponsor della nuova maggioranza, e tempestivo con il suo intervento a commento della relazione del capo del governo. «Oggi si chiude la stagione della cattiveria, dell’odio e credo si possa guardare avanti. Il discorso di Conte è fortemente innovativo, riformista, progressista», ragiona il ministro dei Beni culturali. «Il governo è sostenuto da forze che erano avversarie: adesso ci rimbocchiamo le maniche e proviamo a fare del nostro meglio per il Paese». Basteranno «poche promesse e molti fatti», incalza il capogruppo Pd Graziano Delrio. «Se questo governo penserà all’interesse del Paese avrà il nostro sostegno». Ma soprattutto se penserà al Paese non ci sarà bisogno di «dirette Facebook»: di questo è certo Conte, che chiede sobrietà sui social, e lo è anche Delrio.

E mentre si attende entro 24 ore la chiusura della partita dei sottosegretari, c’è chi si spinge oltre e pensa già alle alleanze in vista delle prossime regionali. Molti nel Pd le considerano uno sbocco «naturale», dopo aver eletto insieme Ursula von der Leyen presidente della Commissione Europea e dopo aver dato vita al Conte 2. I ministri Franceschini e Boccia non hanno dubbi. Dal Nazareno – o meglio, dalla Pisana – Nicola Zingaretti tira fuori il suo piano. Come anticipato domenica da Avvenire, l’idea è quella che parte da due assessori del segretario governatore del Lazio, Gian Paolo Manzella e Lorenza Bonaccorsi. Due nomi che dovrebbero entrare nella squadra dei sottosegretari e viceministri e che, dunque, lasceranno liberi due scranni in Regione. Zingaretti, che ha delegato a Franceschini tutte le trattative di governo e non si è ancora incontrato con Di Maio, tratta direttamente con Roberta Lombardi, capogruppo dei 5 stelle e da sempre contraria alle scelte passate del suo capo politico. I 5 stelle – anche per il loro – non entrerebbero direttamente nel governo regionale, ma farebbero spazio a indipendenti, per dare inizio a una collaborazione strutturata. Insomma, malgrado la partenza in salita, le prospettive della nuova coalizione potrebbero essere più durature. Intanto si va chiudendo la lista dei sottosegretari. Di Maio accelera e chiede ai suoi di stilare l’elenco entro domani. Mentre il segretario Zingaretti si assicura che nella squadra siano rappresentate tutte le regioni, perché nel governo sia assicurato l’equilibrio tra il Nord e il Sud. E intanto continua a lavorare al rafforzamento del partito. Con la grande incognita delle scelte di Matteo Renzi.

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