Il Papa abbraccia Kady, migrante accolta dall'arcivescovo di Foggia Pelvi
Annunciare sui tetti che "il piccolo passo fa il grande cammino della storia", come ha detto papa Francesco. E dare testimonianza di come ci si può liberare dalla paura dei migranti grazie all’incontro e all’accoglienza a casa propria e vogliono aiutare gli altri a fare lo stesso.
E' una sfida e un inno al coraggio il documento finale del meeting delle comunità accoglienti tenutosi lo scorso fine settimana a
Sacrofano e organizzato da Caritas italiana, Centro Astalli e Fondazione Migrantes. Accoglie e rilancia l'invito fatto da papa Francesco alla fine della Messa di venerdì 15 febbraio: “Il piccolo passo fa il grande cammino della storia! Avanti! Non abbiate paura, abbiate coraggio“.
L’esortazione alle comunità cristiane è di seguire la fede che ci chiede “di non abbandonarci alle nostre paure e di comprendere le paure che abitano i nostri fratelli e le nostre sorelle. Come cristiani, rendendoci conto delle sfide e delle difficoltà, siamo chiamati a non rinunciare”.
Il testo ricorda inoltre che le cause delle migrazioni forzate - guerre, sfruttamento, ingiustizia sociale, violenza, dittature, disoccupazione, terrorismo, inquinamento ambientale – “ci riguardano, come abitanti del pianeta e come cittadini di Paesi che spesso hanno responsabilità nel determinare o aggravare tali cause". Non va nemmeno dimenticato che "generazioni di italiani hanno vissuto sulla loro pelle la difficile esperienza dell'emigrazione”. E l’accoglienza, “se vissuta con lungimiranza e consapevolezza, ci offre l’opportunità per intraprendere la via della riconciliazione e della costruzione paziente della pace” per la sua capacità di generare relazioni.
La buona accoglienza secondo Caritas Migrantes ed Astalli è quella che sui svolge sui territori, organizzando le forze e le energie di tutti a servizio del bene comune. E questa è possibile solo nei contesti locali, dove si vive la quotidianità dell’incontro.