(Ansa)
L'offerta del premier britannico Theresa May sui diritti dei cittadini è "un primo passo, ma non è sufficiente": sono le parole del presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker che arrivando al Consiglio Europeo per la seconda sessione ha voluto commentare il piano di Theresa May sulla Brexit.
La prima giornata del vertice a Bruxelles e il piano della May sui cittadini Ue residenti nel Regno Unito
Il primo giorno a Bruxelles, dove si è recata ieri per dare il via ai negoziati sulla Brexit, la premier britannica Theresa May ha deciso di mostrarsi il più compiacente possibile con i colleghi d’oltremanica anche perché in casa le manca ormai il supporto su cui sperava per usare le manieri forti. Ha debuttato, quindi, con una questione che sta a cuore a entrambi le parti, quella dei diritti dei residenti europei in Gran Bretagna e viceversa.
La questione è «estremamente importante – ha detto la leader nel viaggio verso Bruxelles – e abbiamo voluto fosse una delle prima da affrontare durante i negoziati». In ogni caso, ha sottolineato la premier, «nessuno li caccerà dal Regno Unito». In particolare, a chi vive oltremanica da almeno cinque anni sarà riconosciuto il nuovo status di «Eu settled», cittadino Ue residente. In compenso, May ha respinto la richiesta di Bruxelles che la Corte di giustizia europea sia competente per i loro diritti. La scelta dei temi per il debutto di May a Bruxelles è stata vista di buon grado dal presidente francese Emanuel Macron per il quale la questione delle prerogative dei residenti Ue sarebbe «un buon segnale per aprire le discussioni» sulla Brexit.
È «un gesto positivo», ha continuato il presidente, «per i negoziati appena cominciati che dimostra volontà di pragmatismo» da parte di May. La premier ha poi sottolineato che tra i temi importanti dei negoziati delle prossime settimane ci sarà anche la lotta al terrorismo. «Quello che chiederò ai colleghi europei – ha continuato il primo ministro – è di lavorare di più insieme per impedire la diffusione del terrorismo online e impedire ai terroristi di avere uno spazio sicuro sul web». In casa, però, intanto, la premier è in una posizione sempre difficile, indebolita dalle ultime elezioni dove non è riuscita a raggiungere una solida maggioranza. Il suo partito, inoltre, non ha ancora stipulato un accordo per un governo di coalizione con i nordirlandesi del Dup.
Non solo. La premier scozzese Nicola Sturgeon ha promesso che non appoggerà il programma legislativo presentato mercoledì durante il Queen Speech, il discorso annuale della regina, perché, a differenza di May, vuole mantenere la Scozia all’interno del mercato comune.