mercoledì 31 maggio 2023
Sotto choc per il rovescio delle comunali, nel partito volano le accuse. Boccia contro Letta, la replica: «Lo scaricabarile no». La segretaria annulla la visita agli eurodeputati
La segretaria dem Schlein

La segretaria dem Schlein - ANSA

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Chiusa nel suo studio al Nazareno, Elly Schlein riordina le idee. La sconfitta elettorale sancita dai ballottaggi fa male, e la ripartenza non ammette errori. La segretaria del Pd non ha molto tempo per leccarsi le ferite, deve fissare una Direzione per analizzare l’esito delle comunali , in cui potrebbero emergere le spaccature interne, e disegnare la strategia per rimettersi in pista. Ma il voto di domani del Parlamento europeo sul piano “Asap” con cui l a Commissione intende imprimere un’accelerazione all’invio di munizioni a Kiev è una decisione molto impegnativa, che va presa entro oggi.

La tentazione di astenersi per non soccombere alle critiche del M5s (contrario a ogni invio di armi) mette in difficoltà la leader dem, che all’ultimo momento annulla la missione a Bruxelles prevista per ieri. Il risultato deludente delle elezioni, poi, sconsiglia di lasciare Roma.

I socialisti europei sono pronti a dare voto favorevole al piano “As soon as possible” e non capirebbero una scelta differente del Pd. Schlein continua a incalzare il governo sul Pnrr, i cui soldi non vorrebbe vedere dirottati sulle armi. Sempre fermo restando il pieno supporto all’Ucraina.

Ma soprattutto la segretaria sa di avere a che fare con un partito che ha divorato fin troppi segretari. E così cerca di districarsi per evitare, più che il fuoco della minoranza interna, da cui ha ascoltato dichiarazioni “morbide”, quello amico della maggioranza dem, che già sferra i primi colpi.

Il presidente M5s Conte

Il presidente M5s Conte - ANSA

Di fatto, dopo Lorenzo Guerini, anche Alessandro Alfieri (uno dei quattro esponenti dell’opposizione interna della segreteria) usa toni concilianti. Ma la richiesta è la stessa: «È ora - chiede - che tutti superino le rispettive diffidenze, il centrosinistra va ricompattato. Il Pd deve parlare a tutti, anche ai moderati, oltre che alla sinistra», spiega. Perciò, insiste Alfieri, «abbiamo il dovere di non sottovalutare, ma anche di non abbandonarci al cupio dissolvi». Insomma, occorre rimboccarsi le maniche e tessere la tela, concorda il sindaco di Firenze Dario Nardella. Per i moderati dem, si vince insieme, ma è il centro che va privilegiato, come rimarca anche Riccardo Nencini. E Alessia Morani chiede a Schlein di far «vivere il pluralismo del partito». Diversi i temi su cui si chiede un confronto, che a inizio mandato la segretaria non ha ritenuto necessario. Si va dalle alleanze, alla tassazione delle rendite, ai temi etici fino a quello più recente della nomina del commissario per la ricostruzione in Emilia Romagna. Per più di un parlamentare dal Nazareno non sarebbe arrivato il dovuto sostegno al presidente della regione, nonché del partito, Stefano Bonaccini.

Intanto Guerini, Alfieri con Graziano Delrio ragionano insieme all’associazione “I Popolari” di Pierluigi Castagnetti, da cui arriva la precisazione che non si tratta di una corrente.

Ma molto più diffuso il malessere nella maggioranza, che aveva puntato sull’effetto-Schlein, lasciandosi convincere sull’ondata di novità portata dalla segretaria.

La sua autonomia affermata in più di una occasione durante i primi mesi di leadership ha lasciato strascichi di insofferenza. E qualcuno è già sul piede di guerra, in attesa della riunione del parlamentino.

Schlein riflette. Al suo fianco lo staff di fedelissimi su cui aleggiano le critiche: i referenti toscani Emiliano Fossi e Marco Furfaro, a cui viene attribuita una parte importante di responsabilità. E ancora Marta Bonafoni, Francesco Boccia e Peppe Provenzano, rispettivamente referenti della segretaria nel Lazio, in Puglia e in Sicilia. Il capogruppo al Senato respinge le responsabilità e accusa delle scelte dei candidati la passata gestione. Insorge l’ex segretario Enrico Letta, che pure ha condiviso molto con Boccia: «Lo scaricabarile, vi prego no», scrive la sua portavoce sui social, ricordando i risultati lusinghieri delle amministrative durante la segreteria Letta.

Per la leader dem il passaggio è critico, ma non è certo il momento di arrendersi. La strada è lunga e bisogna preparare la tappa delle europee, ragiona con la delegazione del partito al Parlamento Europeo. L’incontro si fa, pure se da remoto, anche per confermare capodelegazione Brando Benifei (con voto unanime). Mentre c’è da completare l’assetto del partito in Parlamento, dopo i tanti rinvii. Con il tema delle alleanze sempre in sospeso, su cui insistono il sindaco di Milano Beppe Sala e il governatore toscano Eugenio Giani.


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