Eccellenza nonostante tutto. È la condizione, a dir poco paradossale, dell’Istituto “Falcone-Righi” di Corsico, secondo Eduscopio il miglior Tecnico-economico entro un raggio di trenta chilometri da Milano, che si allaga ogni volta che piove e ha un’intera ala chiusa dai vigili del fuoco perché fatiscente e pericolosa. Eppure, il portale della Fondazione Agnelli l’ha premiato appena pochi giorni fa per la capacità di preparare gli studenti all’ingresso nel mondo del lavoro. A due anni dal diploma il 69% degli ex-allievi trova, infatti, un’occupazione e in 204 giorni ottiene il primo contratto significativo.
Nelle stesse ore in cui uscivano i dati di Eduscopio la comunità della scuola, preside in testa, era impegnata ad asciugare l’acqua che, ricorda la dirigente Maria Vittoria Amantea in un amaro comunicato pubblicato sul sito della scuola, «scendeva copiosa dal soffitto e bagnava mobili, scale, banchi, pavimenti portandosi via la gioia per quella notizia e facendosi beffe di tutto l’enorme lavoro che dietro quelle cattedre bagnate, su quelle sedie da spostare, in quelle aule da interdire all’uso, continuamente con forza e con passione tutti noi compiamo per dare un futuro degno di questo nome ai nostri studenti».
Che, passata l’emergenza, sono scesi in piazza per reclamare una «scuola sicura» e oggi torneranno a manifestare, con l’appoggio del Comitato genitori che, in un documento, «stigmatizza l’inerzia della Città metropolitana che, anche di fronte all’evidenza ed emergenza, evita un fattivo confronto con i vertici scolastici e si limita a rispondere che “mancano i fondi”». Una situazione comune a tutte le amministrazioni provinciali, come denuncia l’Upi, in un documento presentato nei giorni scorsi in Parlamento, in cui si parla di uno squilibrio dei bilanci per il 2018 di 470 milioni di euro. Soldi tolti anche alla manutenzione delle scuole superiori, di cui le Province sono proprietarie. Per garantire condizioni minime di sicurezza, l’Upi ha sollecitato il governo a riservare alle scuole almeno il 30% delle risorse programmate per il triennio 20182020, pari a 1,4 miliardi di euro.
Nell’attesa, l’unica risposta è, appunto, che «mancano i soldi». Come ha fatto, lo scorso sabato, un funzionario dell’ex-Provincia di Milano intervenuto alla riunione del Comitato genitori del “Falcone-Righi”, per dire che sono 147 le scuole del territorio che avrebbero bisogno di interventi urgenti di manutenzione ma che fino all’approvazione del bilancio, a fine dicembre, non si potrà fare nulla. In ogni caso a Corsico dovrebbero arrivare circa 4mila euro, «cifra non sufficiente » dice la preside. Che sollecita la comunità scolastica a manifestare il proprio malcontento «in modo compatto» anche mettendo in atto iniziative pubbliche eclatanti. Come andare a fare lezione sotto la sede della Città metropolitana, portando le quarte e quinte classi, «per una protesta civile, silenziosa e concreta».
«Se ci dovessero chiedere perché lo facciamo – chiosa la dirigente del “Falcone- Righi” – risponderemo che almeno così siamo sicuri che non ci crolli il soffitto sulla testa». «Queste strutture non sono idonee: i ministri manderebbero i loro figli a studiare qui?», chiede, provocatoriamente, la professoressa Amantea. Che, con giusto orgoglio, parla della propria scuola, «fucina di possibilità altrove negate», dove i ragazzi costruiscono il proprio riscatto inseguendo «sogni da realizzare». Perché nascere e crescere in periferia, non deve essere «un marchio» o «una colpa» ma dive diventare «un’opportunità».
Come cerca di fare il “Falcone-Righi”, scuola eccellente nonostante i numerosi e irrisolti problemi di sicurezza, che per il momento è riuscito a tamponare lavorando in autonomia e facendo lo slalom tra le «lungaggini burocratiche» che, come unico risultato, hanno portato a un nulla di fatto. Da qui, l’appello della dirigente a «associazioni, ditte, società, comuni» per una «mega raccolta di fondi e sponsorizzazioni » in modo da poter presentarsi all’ex- Provincia con i soldi necessari e ottenere l’autorizzazione ad eseguire i lavori in autonomia. Tentativo estremo di venire a capo di una situazione insostenibile e, secondo la preside, segno evidente del «marcio di una politica » che «ruba i sogni e il futuro».