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Da sinistra: Mantovano, Meloni, Nordio e Pientedosi - Fotogramma
In meno di 24 ore, dal piano giudiziario, il turbolento affaire Almastri deflagra anche su quello politico, con uno scontro al calor bianco fra maggioranza e opposizione, che finisce per innescare la paralisi dell’attività delle Camere fino all’inizio della prossima settimana. Uno stop parlamentare che potrebbe sembrare, prima facie, un punto segnato dalle opposizioni, che protestano a ripetizione in aula, fanno ostruzionismo e alla fine ottengono nelle conferenze dei capigruppo di fermare i lavori fino a che il governo non si presenterà a riferire sul caso. Ma che, a ben vedere, fa comodo pure all’esecutivo per tirare il fiato, evitare di stare h24 sulla graticola e per ragionare su una possibile exit strategy.
La strategia di Meloni
Dopo il video-annuncio di martedì sull’indagine per favoreggiamento e peculato partita dalla denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti e che la vede coinvolta insieme ai ministri di Giustizia e Interno Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano, sul piano mediatico la premier continua a comunicare un’immagine di fermezza: «Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà con determinazione - scrive sui social -. Quando sono in gioco la sicurezza della Nazione e l’interesse degli italiani, non esiste spazio per passi indietro. Dritti per la nostra strada». Sul piano giudiziario, la strategia viene concordata a Palazzo Chigi, nelle stesse ore in cui è in corso un vertice sull’immigrazione «programmato da prima», precisa il vicepremier Antonio Tajani. Nelle more della decisione del Tribunale dei ministri - a cui la procura di Roma ha inviato gli atti - la presidente del Consiglio e gli altri tre indagati nominano un unico legale, per sottolineare «la compattezza del governo anche nell’esercizio dei propri diritti di difesa». La scelta cade su una “regina del foro” come la senatrice leghista Giulia Bongiorno, penalista esperta di processi con risvolti politici (chiusi con l’assoluzione degli imputati: dalle accuse di mafia per Giulio Andreotti al più recente caso Open Arms per Matteo Salvini). In mattinata Bongiorno viene avvistata mentre entra a Palazzo Chigi: secondo alcune fonti, suggerisce di tenere toni bassi per non inasprire ulteriormente lo scontro con le toghe. Anche perché non è detto che la sua competenza legale debba entrare in gioco. Lo si capirà nei prossimi mesi, visto che il Tribunale dei ministri (formato da un presidente e da due giudici a latere, da sorteggiare tra i magistrati del distretto con 5 anni di anzianità) avrà 90 giorni per fare accertamenti e decidere se inviare alle Camere le richieste di autorizzazione a procedere oppure se archiviare le ipotesi di reato. In questo secondo caso, la partita giudiziaria non si giocherebbe neppure.
Paralisi in Parlamento
Nel frattempo, alle Camere il match politico si infiamma, con le opposizioni determinate a chieder conto della mancata presenza in Aula dei ministri Nordio e Piantedosi, che avrebbero dovuto tenere le informative sulla vicenda Almasri. Entrambi, dopo il video meloniano, hanno deciso di non presentarsi, comunicandolo per lettera ai presidenti di Camera e Senato e adducendo come motivazione il «rispetto del segreto istruttorio». Nordio tiene comunque la prevista audizione al Copasir, secretata: 75 minuti in cui, si apprende, non viene affrontato il caso Almasri, da approfondire in una prossima seduta. Sia come sia, le mancate informative fanno indignare i partiti d’opposizione, che parlano di «diserzione»: «Ma chi pensano di prendere in giro? La premier se n’è infischiata del segreto istruttorio, mentre mandava sui social il video - attacca la senatrice 5s Alessandra Maiorino -. La verità è che non sanno più che pesci prendere». Tagliente è pure il capogruppo del Pd in Senato, Francesco Boccia: «Dobbiamo conoscere le motivazioni politiche della scelta di riaccompagnare un criminale in Libia su un aereo di Stato». Ma il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, prende tempo: «Il governo non scappa dal confronto. Appena possibile, comunicheremo chi e quando riferirà. Serve solo differire qualche giorno. Si sta valutando se è opportuno o no» che siano Nordio e Piantedosi e «questo vale a maggior ragione per la premier». Intanto, i lavori parlamentari resteranno sospesi fino a martedì, quando dovrebbero riunirsi le conferenze dei capigruppo. Una paralisi che si somma agli altri riflessi della vicenda e viene osservata non senza preoccupazione dal Quirinale.
L’Anm: disinformazione istituzionale
Dal canto suo, l’Associazione nazionale magistrati respinge i dardi di membri di governo che dipingono l’indagine come «una ripicca delle toghe per la riforma costituzionale». Per il segretario uscente, Salvatore Casciaro, è «disinformazione e mi rincresce che simili dichiarazioni provengano da chi ha cariche istituzionali». Alla Procura di Roma, nessuno parla. Ma l’Unione camere penali critica la decisione «disinvolta» del procuratore Lo Voi di dare corso alla denuncia: «Una scelta sbagliata, perché così sulla vicenda Almasri i ministri sono sottratti al confronto col Parlamento - argomenta il presidente degli avvocati penalisti, Francesco Petrelli -. Ci sono evidenti opacità nelle scelte del governo, ma sono di natura politica e andavano sciolte in sede parlamentare».