lunedì 17 febbraio 2025
La portavoce del ministero degli Esteri russo minaccia: la Russia non può essere equiparata al Terzo Reich. Sdegno del mondo politico. Attacchi cyber filorussi a settori banche e trasporti italiani
Un vecchio momento di confronto tra Mattarella e Putin

Un vecchio momento di confronto tra Mattarella e Putin

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Ancora un attacco. Ancora Mosca contro il Quirinale. Ancora Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo. Questa volta ancora più inquietante. Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'università di Marsiglia non saranno lasciate «senza conseguenze». Tutto succede questa mattina. L'agenzia ufficiale russa Ria Novosti cita un intervento di Zakharova sulla tv di Stato russa. «...Durante una conferenza in una delle istituzioni educative, ha affermato di credere che la Russia possa essere equiparata al Terzo Reich. Ciò non può e non sarà mai lasciato senza conseguenze», minaccia la portavoce della diplomazia russa che solo venerdì scorso si era scagliata contro le parole di Mattarella definendole «blasfeme». Immediata era stata la reazione del sistema politico italiano - a partire dalla presidenza del Consiglio. Insulti che offendono l'Italia tutta, era stata la risposta del governo e delle forze politiche. Dal Quirinale non erano arrivate reazioni ufficiali, e dal suo entourage era filtrato solo quanto il capo dello stato fosse sereno e rimandasse alla lettura del testo pronunciato a Marsiglia. Ora il nuovo attacco. Ora sempre Zakharova protagonista. Lei figlia di diplomatici, ha trascorso l’infanzia a Pechino e si è laureata in Sinologia a Mosca. Alla soglia dei cinquant’anni, è da tempo all’apice della carriera al punto che nel 2016 la Bbc la inserì fra le 100 donne più influenti al mondo. Dal febbraio 2022, invece, è entrata in una lista meno glamour, quella delle personalità russe sanzionate, bandite dai viaggi in Occidente e alle quali sono stati congelati i conti esteri. «Purtroppo l'Italia è stato il Paese dove è nato il fascismo», ha detto ancora la portavoce della diplomazia di Mosca, aggiungendo che Mattarella è il «presidente di un Paese che storicamente è stato tra quelli che hanno attaccato il nostro Paese... Questo ci viene detto da una persona che non può non sapere quanti soldati italiani hanno ucciso i nostri nonni e bisnonni sul nostro territorio durante la Seconda guerra mondiale sotto bandiere e slogan nazisti». Il Quirinale continua a tacere. E a far parlare il testo dell'intervento di Mattarella: «Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali. Il risultato fu l'accentuarsi di un clima di conflitto - anziché di cooperazione - pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia. Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L'odierna aggressione russa all'Ucraina è di questa natura». La prima reazione è di Pina Picierno, eurodeputata del Pd e vice presidente del Parlamento europeo: occorre sottolineare come l'assenza di una lotta strutturale da parte del Governo contro la propaganda putiniana nel nostro Paese genera una sensazione di impunità intollerabile».

Strettamente collegata alle minacce di Mosca la nuova ondata di attacchi del collettivo filorusso NoName057 a tutta una serie di siti web di istituti bancari e finanziari e di trasporto aereo e locale italiani. Nella loro rivendicazione gli hacker parlano di risposta alle dichiarazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E, come nei casi precedenti, si tratta di attacchi di tipo DDos (Distributed Denial of service) che mirano a congestionare e a rendere inaccessibili i siti, ma gli esperti dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale hanno avvisato i target nel momento in cui gli attacchi stavano partendo e le azioni di mitigazione messe in atto - in collaborazione con i tecnici degli stessi bersagli - fanno sì che al momento le conseguenze e i relativi disagi siano praticamente nulli.


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