venerdì 28 agosto 2015
​Unioni civili, parla l'ex presidente della Consulta: così lacera il Paese, va riscritto. E il tema adozioni andrebbe stralciato. (Arturo Celletti)
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«La Corte Costituzionale ha fissato due pilastri. Uno: riconoscere giuridicamente le unioni civili e immaginare forme di garanzia che non vanno rinviate. Due: evitare la omologazione al matrimonio». Cesare Mirabelli, già presidente della Consulta, ragiona sul disegno di legge Cirinnà e prende in prestito un’immagine letteraria per aiutare a capire: «La Corte ha chiesto al Parlamento di navigare tra Scilla e Cariddi, ma quel braccio di mare è ricco di insidie e la barca ha già sbattuto...». Troppi punti di contatto tra unioni civili e matrimonio? Peggio, la legge pare fatta con la carta carbone messa sul matrimonio. Oggi si direbbe è stato fatto un 'copia e incolla'. C’è un rinvio diretto alle norme del codice civile che riguardano il matrimonio. Ci sono troppe ambiguità. Anche Renzi pare consapevole che il ddl vada riscritto. Sì, occorre uno sforzo di riscrittura per costruire una legge originale che sia conforme alla nostra Costituzione e che risponda ai due pilastri fissati dalla Corte. Esiste l’ipotesi che si decida di andare avanti rinunciando a quello sforzo? Andare avanti senza correggere mette la legge davanti a un serio rischio di costituzionalità. Ma dietro quella possibile scelta si agita un pericolo ben peggiore: se il ddl non cambia introduce una profonda lacerazione in un’Italia che oggi ha un disperato bisogno di coesione. Vede prevalere rigidità ideologiche? Dico che bisogna navigare mettendole da parte. Eliminando le asprezze, facendo prevalere la ragionevolezza. E questo può avvenire anche a scapito di alcune convinzione personali. Anche profonde. È l’ora di costruire, di pensare al Paese e dunque di essere rispettosi di principi e di sensibilità di una parte e dell’altra. Per navigare tra Scilla e Cariddi bisogna esercitare la ragione e la ragionevolezza. Una buona riforma richiede anche fantasia e precisione tecnica. Come ci si deve muovere in concreto? È necessario riscrivere l’impianto della legge o basta modificare gli aggettivi? Riscrivere la legge potrebbe essere una strada. Penso a una riscrittura più ariosa, direi originale. La seconda via è intervenire emendando. Ma in maniera molto chiara su numerosi nodi essenziali. Uno ovviamente è il rischio di assimilare unioni e matrimonio. C’è anche il nodo adozioni: affrontare la questione nella legge Cirinnà potrebbe essere inappropriato e allora si potrebbe scegliere di discuterne nella disciplina spefifica dell’adozione e della tutela dei minori. Professore, sta dicendo di 'stralciare' le adozioni? Esattamente questo. Affrontiamo prima il tema delle unioni civili che già è terribilmente complicato e l’altro tema quello della pretesa genitorialità para matrimoniale si tratti nel sistema che riguardi il minore. Scegliendo sempre la strada migliore per il minore, non per la coppia. Crede che l’ascolteranno? No, credo di no. Ma la vera sfida è spoliticizzare, è affrontare questa grande questione con una grande riflessione e senza pericolose accelerazioni. Legato al nodo unioni civili, ma c’è anche quello della non attenzione alla famiglia.  La famiglia è capitolo a parte da scrivere. Mi chiedo sempre: per la famiglia che cosa facciamo? Ci sono norme costituzionali inattuate: il sostegno alla famiglia, il sostegno alla famiglia numerosa... C’è molto da fare, molto da inventare, anche perchè paghiamo ritardi imperdonabili: c’era un grande lavoro da fare nella società, un lavoro culturale che è mancato e manca. Un lavoro anche questo di evangelizzazione. In altri Paesi ci sono le unioni civili ma c’è un sostegno vero, forte alla famiglia... È così. C’è una parallela e accentuata attenzione alla famiglia. Penso al sostegno alla maternità che c’è in Germania con servizi per le mamme, con scelte politiche... La famiglia prende per mano la società ma su quali agevolazioni conta? Vedo un deserto e non è una responsabilità di oggi, non è colpa di Renzi. Se ci guardiamo indietro vediamo lo stesso triste scenario. È vero, i sostegni costano, il limite delle risorse finanziarie impone rinunce; ma c’è anche una sottovalutazione della famiglia e del ruolo che svolge. Quanto di welfare svolge la famiglia? Quanto di formazione, di educazione? Ma non è questo il tema dell’intervista e non voglio correre il rischio di attenuare la forza del messaggio sul ddl Cirinnà. Apro una parentesi. Un gruppo di senatori Pd è pronto a presentare nel ddl di riforma costituzionale un emendamento che prevede referendum di indirizzo sui temi etici. Che dice? È giusto arricchire gli strumenti della democrazia, facciamo tanto affidamento sui sondaggi... Cerchiamo di avere anche un popolo adulto, che possa dire la sua sulle grandi questioni che riguardano direttamente l’idea di società. Ci sono rischi che l’emendamento venga ritenuto inammissibile? Siamo in sede di riforma costituzionale e il referendum di indirizzo, altamente democratico, potrebbe essere inserito nella Costituzione: arricchirebbe gli strumenti di democrazia diretta.
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