venerdì 22 ottobre 2021
Al Ppe il leader fa il mattatore e attacca anche Gelmini. Salvini: se vuole lo candidiamo. Ma ai gruppi ripropone Draghi. Il Pd: è solo un gioco delle parti
Berlusconi con Tajani, in aereo verso Bruxelles

Berlusconi con Tajani, in aereo verso Bruxelles - Ansa / Twitter Tajani

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Uniti in ordine sparso. Il giorno dopo la foto di gruppo nell’ex Villa Zeffirelli nel centrodestra è tutt’un altro film e ognuno già suona il suo spartito. Silvio Berlusconi torna sulla scena anche a Bruxelles, ma è proprio in Europa che la rotta di collisione nel centrodestra diventa plateale. Il leader di Forza Italia partecipa a un vertice del Ppe, porta con sé anche un «regalino» per Angela Merkel, la ringrazia «per tutti gli anni di collaborazione». Nelle stesse ore, Matteo Salvini telefona a Marine Le Pen, per costruire, invece, un nuovo gruppo di centrodestra a Bruxelles. E intanto il gruppo di Identità e Democrazia, di cui fa parte la Lega, e quello dei Conservatori dell’Ecr, cui aderisce Fdi, votano insieme contro la condanna della sentenza della Corte costituzionale polacca che non riconosce il primato del diritto comunitario su quello nazionale. Un caso dirimente nell’Unione, con evidenti ricadute interne, visto che Mario Draghi, al Senato, ha sostenuto che l’Italia appoggia in maniera «fermissima» la posizione della Commissione contro Varsavia.

Un quadro che l’area anti-sovranista di Fi guidata dai ministri azzurri non accetta. E denuncia un assetto di vertice (Tajani-Bernini-Ronzulli) tutto consegnato alla logica di coalizione, rinunciando a rimarcare - lamentano - la specificità europeista e moderata di Forza Italia. Si schiera con Mariastella Gelmini, Carfagna: «Ha ragione quando dice che a Berlusconi viene rappresentata una parte della realtà...», dice la la ministra per il Sud. Ma Berlusconi è drastico con Gelmini: «Non so cosa le è successo», sbotta. E definisce le sue dichiarazioni «contrarie assolutamente alla realtà», visto che c’è stata «una riunione dei tre i ministri con i vertici di Forza Italia ogni settimana». Anche se, a dire il vero, i ministri lamentano di non riuscire a parlare con lui, non con i 'vertici'. «Quello di Gelmini non è uno sfogo, ma una denuncia politica sulla gestione del partito», insiste Carfagna.

A completare un quadro da 'tutti contro tutti' nel centrodestra nel giorno in cui in Europa Salvini e Meloni votano insieme in difesa della Polonia, spunta anche un audio velenoso del leader della Lega, pubblicato dal Foglio, in cui attacca Meloni che «rompe », mentre ci si dovrebbe aspettare da lei un’opposizione «che vada a minare il campo Pd e 5 stelle, non fatta scientemente per mettere in difficoltà la Lega e il centrodestra». Parole che riducono a un cumulo di coriandoli la foto al quartiere romano di Mostacciano che ritraeva l’abbraccio elettorale fra i due leader. Anche se Salvini minimizza, sostenendo che «non sarà un audio rubato a farci litigare».

Ma dietro la scelta di Berlusconi di non infierire su alleati così diversi e in difficoltà ci sarebbe, sotto sotto, sostengono in molti, l’aspirazione al Quirinale, unita anche a una mezza promessa di sostenerlo, uniti, nella corsa al Colle. Il Cavaliere ci crede, e a ringalluzzirlo ora arriva anche l’assoluzione di Siena per il processo Ruby ter. Salvini ora lo dice apertamente: con 450 voti di partenza il centrodestra «avrebbe tutte le carte in regola» per dettare la linea sul Quirinale, sostiene. «Berlusconi sta decidendo - sostiene , ma se volesse fare un passo avanti avrebbe tutto il nostro sostegno», assicura. Draghi invece, per Salvini, è bene che rimanga dov’è, e lo stesso sostiene anche Berlusconi in uno dei suoi show di Bruxelles. «Forse Silvio perderebbe qualche voto nel centrodestra, ma nel segreto dell’urna troverebbe adesioni impensabili e inconfessabili a sinistra», scommette Gianfranco Rotondi, che oggi agli incontri di Saint Vincent ha invitato esponenti di entrambe le anime di Forza Italia. Ma il Pd considera l’ipotesi Berlusconi al Colle un bluff, «un gioco delle parti» a simulare un’unità di facciata.

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